Premessa e obiettivi
Le decisioni finanziarie delle famiglie sono tra le più importanti e pertanto devono essere inquadrate in un processo di pianificazione finanziaria-patrimoniale che deve tenere in debita considerazione non solo il rischio di natura finanziaria vera e proprio ma anche quel rischio che potremmo chiamare familiare/fiscale legato al contesto italiano.
In Italia la famiglia è un istituto con una storia di lentissimo svolgimento che tuttavia si è mutato profondamente nel corso degli ultimi trent’anni. Tale evoluzione sociale porta oggi, da un lato, a interrogarsi sull’attualità del regime legale dei rapporti patrimoniali tra coniugi e, dall’altro, a considerare come meritevole di attenzione quella visione della famiglia moderna come un unicum centro di interessi finanziari e patrimoniali.
Infatti, da una parte il regime di separazione dei beni è ormai divenuto, da tempo, il regime “normale” delle famiglie italiane, fenomeno che trova spiegazione nella consapevolezza del serio rischio che corre oggi la famiglia di andare incontro a una crisi e di dover un giorno venire a “fare i conti” con i complessi meccanismi giuridici legati allo scioglimento del matrimonio. Dall’altra, lo stesso legislatore italiano ha esteso il regime di comunione legale all’unione civile e all’unione di fatto, trasformando la famiglia di fatto e allargata in una figura giuridica vera e propria.
Conseguentemente, la famiglia e la coppia hanno ampliato non solo il proprio confine sociale ma anche quello giuridico. Tanto che i conviventi di fatto possono disciplinare i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune sottoscrivendo un contratto di convivenza, che ovviamente non deve superare i limiti imposti dal regime successorio italiano.
Il patrimonio familiare si è così trasformato in una sorta di azienda che può essere oggetto di contenziosi legati a separazioni e divorzi e di attenzione diretta da parte del Fisco.
All’interno di questo contesto si inserisce la duplice valenza dell’archivio dei rapporti finanziari dell’Anagrafe Tributaria, con le informazioni in esso contenute.
L’Anagrafe Tributaria in alcuni casi è uno strumento utilizzabile a tutela del coniuge separato più debole, il quale può chiedere all’agenzia delle entrate informazioni circa i rapporti finanziari intestati all’ex coniuge; in altri, può essere utilizzato come strumento di ricostruzione dei redditi del contribuente anche solo presuntivi.
Infatti, il Fisco può, di un dato soggetto, ottenere i dati finanziari - nonché le informazioni riferite alle varie forme di gestione e partecipazione in organismi di investimento collettivo del risparmio - dalle Banche, da Poste Italiane S.p.a, dalle società appartenenti al cd. settore parabancario (leasing, factoring, credito al consumo), dalle società finanziarie, dalle società di intermediazione mobiliare, dalle società fiduciarie e dalle società di gestione del risparmio. Si tratta di ampi poteri di indagine, come ampio è il perimetro familiare che può esserne coinvolto: le indagini finanziarie operano di fatto anche per i rapporti cointestati, con delega a operare, soprattutto ove ci sia un legame familiare.
Riflettere su queste tematiche e approfondire il contenuto dell’anagrafe tributaria e l’utilizzabilità dei suoi dati può in molti casi aiutare il consulente finanziario a suggerire al proprio cliente una gestione del patrimonio familiare e una pianificazione della gestione finanziaria della famiglia le più accorte possibili.
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