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La dipendenza dall'alcool non è certo un problema recente, quella che è cambiata è la percezione del disturbo che un tempo era abbinata ad un'immagine solitaria e malinconica, mentre oggi l'abuso di alcool è visto come fenomeno estremo vissuto dai giovani nello sballo dei fine settimane, quel bere senza controllo fino a stordirsi, il binge drinking, che ha una valenza sociale sicuramente diversa ma una pericolosità altrettanto marcata, perchè spesso dall'abuso saltuario si passa alla dipendenza che, come tutte le dipendenze, comporta un lungo periodo di disintossicazione fisica e psicologica, che spesso si fatica ad affrontare. Parliamo di tutto questo con il Prof. Luigi Janiri, Professore di Psichiatria Clinica all'Università Cattolica di Roma e Responsabile dell'Ambulatorio di Algologia del Policlinico Agostino Gemelli di Roma che ci spiega come sia facile scivolare nella dipendenza quando si inizia a bere per moda, per stare nel gruppo e si finisce poi per aver bisogno di alcool anche quando si è soli, e ci parla di una nuova tecnica soft per disintossicarsi, che prevede una abbandono dell'alcool graduale, perchè spesso proprio l'astinenza completa è ciò che più spaventa e allontana molti alcolisti dai trattamenti, In questo percorso vengono somministrati farmaci che aiutano a contrastare il bisogno di assumere alcool ma vengono anche proposti percorsi di psicoterapia per mettere a fuoco il problema che ha portato alla dipendenza, perchè una disintossicazione fisica senza una consapevolezza del disagio e un lungo cammino di analisi dei problemi che accompagnano la dipendenza è destinata a non essere sufficiente. Fondamentale è anche il ruolo della famiglia che può essere di grande supporto nel superare i momenti cruciali e che deve sempre essere coinvolta perchè il disagio di un singolo elemento del nucleo familiare si ripercuote su tutti i componenti, soprattutto nel caso di complesse dinamiche di coppia.
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