La basilica fu realizzata tra il 1369 e il 1391, per volontà di Raimondello Orsini del Balzo e Maria d'Enghien.
L'intero ciclo di affreschi si sviluppa da sinistra a destra, in senso rotatorio e si presenta sicuramente più interessante nella navata centrale. Lungo le pareti della prima campata e in controfacciata sono affrescate le Scene dell'Apocalisse, che costituiscono il ciclo più vasto di tutta la chiesa. Esse introducono la narrazione nelle vele della prima campata, evocando i temi più importanti e le principali allegorie dell'Apocalisse di Giovanni. Nella seconda campata sono affrescate le Storie della Genesi, sulle due pareti laterali, e nella volta, i Sette Sacramenti. Nella terza, sono rappresentate le Gerarchie Angeliche nella volta, mentre le Storie della Vita di Cristo, sulle pareti. A santa Caterina d'Alessandria e alla sua vita è dedicato, sulle pareti del presbiterio, un ciclo di diciassette affreschi, mentre nella volta sono affrescati gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa. Nel coro, che non rappresenta nessun tipo di decorazione ad eccezione di una serie di stemmi gentilizi, s'innalza il cenotafio di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, mentre quello di Raimondello è ubicato sul lato sinistro dell'altare maggiore, nel presbiterio. Sia il ciclo pittorico della navata centrale che le Storie della Vergine nella navata destra furono commissionati da Maria d'Enghien e pertanto sono databili fra il 1416 e il 1443, anno di morte della principessa.
Per la vastità dei cicli pittorici, la basilica galatinese è seconda solo alla Basilica di San Francesco d'Assisi. (wikipedia)
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