Beirut. (askanews) - La guerra dei rifiuti minaccia di travolgere il governo libanese, già in gravi difficoltà a causa dell'emergenza provocata dalla guerra civile in Siria. Il primo ministro Tamman Salam, dopo due giorni di violente proteste di piazza a Beirut, che hanno provocato decine di feriti, ha minacciato le dimissioni. La polizia ha fatto ricorso a idranti e gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti mentre sono previste nuove manifestazioni.
Le proteste hanno preso il via a causa della mancata raccolta della spazzatura nelle strade
e che ha ormai invaso la capitale libanese ma si sono rapidamente trasformate in violente dimostrazioni contro l'incapacità e la corruzione del governo, una coalizione tra partiti sunniti e sciiti, paralizzata dalle rivalità interne anche a causa dal conflitto siriano.
La manifestazione è degenerata quando un gruppo di manifestanti ha lanciato bottiglie contro le forze dell'ordine che hanno risposto con gas lacrimogeni, idranti e violenti cariche. Negli scontri 43 manifestanti sono stati ricoverati per problemi respiratori o lesioni. Altri 200 feriti sono stati medicati sul posto. Circa 30 agenti di polizia sono stati feriti di cui uno in modo grave.
I manifestanti chiedono al governo di trovare una soluzione al problema dei rifiuti abbandonati in strada da settimane per il mancato accordo relativo a una nuova discarica per lo smaltimento. Ma chiedono anche di migliorare tutti i servizi di base, dalla raccolta dei rifiuti ai servizi idrici alle forniture di energia elettrica.
(Immagini Afp)
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