C.A.Bixio - B.Cherubini, "LA CANZONE DELL'AMORE" ("Solo per te, Lucia")
LUCIO LUPOLI, tenore
Ensemble orchestrale dell'Associazione "Noi per Napoli"
Teatro delle Palme, Napoli, 1° gennaio 2017
Nato a Napoli l'11 ottobre 1896, nipote del generale Nino Bixio, Cesare Andrea Bixio imparò da solo a suonare il pianoforte, iniziando poi a frequentare il teatro di varietà e gli ambienti ad esso legati: conobbe così artisti quali Elvira Donnarumma, Pasquariello, Gino Franzi; poeti come Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Ernesto Murolo, E.A. Mario, Rocco Galdieri; musicisti come Ernesto De Curtis, Eduardo Di Capua, Enrico Cannio, Salvatore Gambardella. Negli anni dei suoi primi successi riuscì ad imporre un repertorio principalmente italiano ai cantanti di varietà che, in precedenza, si servivano solo di testi francesi e di canzoni dialettali. Nel 1923 si traferì a Milano e iniziò a collaborare con Bruno Cherubini, che gli fornì i testi di molte sue canzoni e con il quale costituì un fortunato sodalizio artistico destinato a durare oltre trent'anni. Autore tra il 1916 e il 1957 di oltre milleduecento brani, Cesare Andrea Bixio impersonò con la storia dei suoi successi la storia stessa della canzone italiana: dalla nascita negli ambienti del teatro di varietà fino alla divulgazione di massa, attraverso la radio prima e la televisione poi. La nascita del cinema sonoro gli offrì la possibilità di raggiungere nuovi traguardi, facendo di lui il primo e più autorevole compositore di colonne sonore. Nel 1930 scrisse le musiche per il film “La canzone dell'amore”: la canzone omonima, meglio conosciuta con il titolo di “Solo per te, Lucia” fu non soltanto il leitmotiv del primo film musicale italiano, ma una delle canzoni destinate a segnare un'epoca e a sopravvivere ad essa. Iniziò così la sua collaborazione con il cinema, che si protrasse fino al 1959; ed anche con i grandi tenori, che erano gli interpreti prediletti di questo genere di film ed i veicoli del successo delle canzoni. Così, mentre Tito Schipa cantò “Vivere” nel film omonimo del 1937, Beniamino Gigli fu l'interprete di “Se vuoi goder la vita” e della celeberrima “Mamma”, entrambe nel film “Mamma” del 1940, nonché, infine, nel 1944, di “Dimmi tu primavera”. Nel volgere di pochi anni Bixio divenne dunque il più rappresentativo autore di ulteriori canzoni considerate i prototipi della canzone all'italiana, quali le celeberrime “Parlami d'amore Mariù”, “Violino tzigano”, “La strada nel bosco”, “Lasciami cantare una canzone”. Bixio mori a Roma il 5 marzo 1978. Il rigore e l'originalità con cui seppe trattare le più diverse tematiche hanno fatto sì che, al di là del mutare della moda e dei gusti, le sue canzoni più famose siano state tradotte in tutte le lingue e abbiano continuato e continuino a vivere nell'interpretazione di tanti cantanti, anche stranieri: così, ad esempio, Connie Francis negli anni Sessanta ha cantato “Mamma”, rilanciandola negli Stati Uniti; Peppino di Capri e Mal hanno riproposto “Parlami d'amore Mariù”; nel 1984 Luciano Pavarotti ha inciso quattro successi di Bixio: “Mamma”, “Vivere”, “Parlami d'amore Mariù” e “La mia canzone al vento”.
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