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Consapevole della difficoltà di poter passare il concetto “so di non sapere” svelando alle persone il loro essere fallaci, Socrate utilizzò una vera e propria arte dialettica: l’ironia. La parola ironia deriva dal greco e significa “simulazione” o “dissimulazione”e consiste in un vero e proprio teatro di finzioni dove i giochi di parole insinuano nell’interlocutore il dubbio e la riflessione.
Che cosa fece Socrate nel concreto: lui iniziava dapprima a complimentarsi con il proprio interlocutore per le proprie conoscenze su un argomento e successivamente lo inondava di domande fino a che l’interlocutore non riusciva a rispondere ad alcuni quesiti e cadeva nel dubbio e porsi la domanda: “So tutto sull’argomento?”.
Infatti, nel Menone platonico, Socrate diceva “Io, più di chiunque altro dubbioso, faccio sì che anche gli altri siano dubbiosi”. L’obiettivo di Socrate era proprio quello di far cadere i castelli di presunzione dell’essere umano per giungere alla consapevolezza della propria ignoranza, o se vogliamo, di essere deficiente in qualcosa ossia di non avere qualche tassello del puzzle.
Lo scopo ultimo non è quello di lasciar perdere, tanto non si riuscirà mai a finire quel puzzle ma il contrario. Lui voleva invogliare le persone a ricercare la verità non fermandosi mai in questa ricerca.
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A presto. Dott.ssa Laura Pirotta, psicologa clinica.
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