In questi mesi le nostre città sono state vuote come nelle tre celebri prospettive della 'città ideale' del Rinascimento. «Siamo rapidamente divenuti atomi di solitudine isolati e impotenti. Quale lezione trarre per il futuro?»
«We build our temples for tomorrow»: «costruiamo templi per domani, […] liberi dentro di noi»; le parole di Langston Hughes si imposero alla memoria mentre l’inazione di questi mesi cancellava il senso dell’agire nello spazio, del contare il tempo. Quando non c’è più la catena degli eventi, rimane solo ciò che non ha bisogno dell’oggi per esistere. Potranno esserci nuove restrizioni; occorrerà rientrare: «Se fuori c’è il passato, forse il futuro si concentra nel punto più interno dell’isola d’If, cioè la via d’uscita è una via verso il dentro» (Italo Calvino, Il conte di Montecristo, 6).
“We build our temples for tomorrow […] free within ourselves”: Langston Hughes’s words remained fixed in our memory while the inaction of those months erased the sense of acting in space, of counting time. When the chain of events is gone, all we are left with is what does not require the present to exist. There may be new restrictions; we may have to return inside. “If outside there is the past, perhaps the future is concentrated at the innermost point of the island of If, in other words the avenue of escape is an avenue toward the inside.” (Italo Calvino, The Count of Monte Cristo, 6).
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