Il sovraffollamento delle carceri italiane rappresenta una delle emergenze più gravi del sistema penitenziario. Secondo i dati dell’associazione Antigone, . Al 16 dicembre 2024, in Italia erano 62.153 le persone detenute, a fronte di una capienza effettiva di circa 47.000 posti, con un tasso di sovraffollamento al 132,6%.
. La situazione è particolarmente critica a Milano, dove il carcere di San Vittore ha raggiunto un sovraffollamento del 225%. Il sovraffollamento non incide solo sulle condizioni materiali dei detenuti, ma contribuisce anche a un profondo disagio psicologico, come dimostrano i dati sui suicidi: nel 2024, oltre 70 detenuti hanno posto fine alla propria vita, segnale di un sistema che fatica a garantire condizioni umane e percorsi rieducativi adeguati.
E il sovraffollamento colpisce anche i penitenziari minorili, dove è sempre più evidente il disagio psicologico che sta crescendo negli ultimi anni tra i più giovani: sono sempre di più i minori coinvolti in episodi di microcriminalità e violenza, spesso legati a contesti familiari difficili o a un percorso di esclusione sociale o ad una mancanza di integrazione sociale. Il carcere minorile Beccaria di Milano ne rappresenta un esempio,
Per i giovani, la carcerazione rappresenta così una realtà particolarmente difficile da accettare e comprendere, molti di loro si trovano a fare i conti con un senso di isolamento e di privazione che può acuirne il malessere, rendendo ancora più urgente l’intervento su misure di prevenzione e rieducazione che restituiscano prospettive concrete per il futuro.
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