Rapinavano le banche in maschera rinchiudendo i dipendenti in bagno, 5 arresti
VITERBO – Mettevano a segno colpi nelle banche coprendosi il volto con delle maschere, a seguito di piani studiati in maniera minuziosa grazie anche alla complicità di una psicologa.
Questo il modus operandi di un’associazione a delinquere finalizzata alle rapine di istituti di credito, sgominata a seguito di una brillante operazione messa in atto da 60 militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Viterbo, coadiuvati dal Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Civita Castellana, dai colleghi della Capitale, noché da due unità cinofile addestrate per la ricerca delle armi.
L’operazione “The Mask”, così chiamata in riferimento alle maschere utilizzate dai malviventi, prende le mosse da una rapina compiuta il 22 luglio 2015, presso la filiale Unicredit di Vasanello, a seguito della quale i ladri si fecero consegnare un bottino di 18.300 mila euro.
Da lì, i militari dell’Arma hanno dato il via a una serie di indagini che ha consentito di identificare i responsabili in una banda di rapinatori incalliti (tutti sulla cinquantina) provenienti da Roma.
Particolarmente ponderata è risultata essere la pianificazione e la messa in atto dei colpi: tutto prendeva via con un sopralluogo da parte di una coppia, che fotografava visivamente gli ambienti della banca al fine di riferire ai componenti della banda il posizionamento degli sportelli, delle telecamere di sorveglianza, delle casseforti e del numero del personale impiegato.
Subito dopo veniva organizzato il colpo, che vedeva i ladri, spesso a bordo di una Fiat punto, giungere presso la filiale oggetto di furto, minacciare i dipendenti con armi e bastoni, e rinchiudere i presenti nei bagni della banca, in modo da poter effettuare il colpo con relativa tranquillità.
Una volta impossetisi del bottino, i malviventi si dileguavano verso la capitale.
A seguito di approfondite indagini, rese difficoltose a causa delle maschere indossate dai rapinatori, i carabinieri sono riusciti a stringere il cerchio, riuscendo a identificare l’auto utilizzata per la prima fuga.
Successivamente a questo primo step, gli uomini dell’Arma, il 24 agosto 2015, sono riusciti a cogliere in flagrante due dei suddetti rapinatori che avevano appena messo a segno un colpo presso la Banca Popolare di Spoleto a Narni.
Immediato è scattato l’inseguimento lungo la A1, che ha visto i carabinieri alle calcagna dei malviventi fino all’altezza del casello di Fiano Romano, dove i fuggitivi sono stati bloccati.
Nella circostanza, oltre al bottino, sono stati sequestrati gli abiti e le maschere utilizzati per commettere la rapina, nonché la chiave che uno dei malviventi avevano utilizzato per chiudere i dipendenti della filiale nel bagno.
L’indagine ha poi permesso di accertare la responsabilità degli indagati in merito a una terza rapina commessa alla Bcc di Nepi lo scorso 1° ottobre.
Cinque gli arresti messi a segno, a fronte delle sei ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Viterbo, dott. Salvatore Fanti, di cui una rivolta al figlio di un componente della Banda della Magliana. Attualmente sono in corso le ricerche dell’ultimo rapinatore ancora in libertà.
Oltre che in diversi quartieri romani, un’intensa attività di perquisizione è stata attuata anche nei Comuni di Tivoli e Morlupo.
In una delle suddette perquisizioni, i carabinieri hanno sorpreso uno degli arrestati, ricercato a livello europeo, mentre cercava di trovare riparo (insieme ad un cane di razza doberman) nel cassettone di un letto contenitore presso la casa della sua compagna, ovvero, la psicologa di professione che con i propri sopralluoghi preparava e favoriva i colpi della banda.
“Con questa operazione – commenta il comandante del Comando provinciale dei Carabinieri di Viterbo, Colonello Mauro Conte – siamo inoltre riusciti a bloccare la messa in atto di ulteriori tre colpi che i malviventi stavano preparando nei confronti di istituti di credito situati tra la nostra provincia e quella di Perugia. Certo è che con gli arresti di questa mattina abbiamo mostrato una volta di più che la sinergia con le compagnie romane dei carabinieri continua a portare risultati eccellenti e che la Tuscia, a dispetto di quanto alcuni malviventi erroneamente ritengono, non è facilmente aggredibile”.
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