Spazi e modalità per "costruire una società migliore"
La partecipazione è il tema centrale nell'intervista a Laura Baldassarre, responsabile del coordinamento Pidida (coordinamento di circa 60 associazioni non governative che si occupano di diritti dell'infanzia: acronimo Per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, nato nel 2001-2002 dalla Sessione Speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sull'Infanzia (UNGASS), momento centrale per lavorare sulla partecipazione, conclusosi con il documento "Per un mondo a misura di bambino") e Cristoph Baker di Unicef Italia, responsabile delle Città dei Bambini.
La partecipazione viene vista sullo sfondo della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che ha reso giuridicamente i minori soggetti di diritto. Il diritto all'ascolto dei minori in tutte le questioni che li riguardano e la loro partecipazione a tutti gli ambiti nei quali vivono e sono coinvolti, sancito dall'art. 12 della Convenzione, è proprio uno degli aspetti fondanti del loro essere finalmente soggetti di diritto, considerati nel loro "essere cittadini di oggi e non di domani". Concetto fondamentale, che affonda le proprie radici nell'UNGASS, e che aiuta a non deresponsabilizzare gli adulti rispetto alla partecipazione dei minori. La partecipazione è oggi non domani, che è trasversale e contingente a tutti gli ambiti -- dalla famiglia, alla scuola, dalle comunità all'ambito giudiziario. Si lega alle condizioni in cui l'autorevolezza degli adulti deve mettere in grado i minori di esprimere i loro bisogni e i loro desideri, il loro modo di vedere il mondo, le difficoltà della propria esistenza e le proprie aspirazioni al mondo come dovrebbe essere, e come essi vorrebbero che fosse, contribuendo a crearlo.
La partecipazione si lega al rispetto, all'interesse superiore del fanciullo, non occasionale, ma permanente e trasversale in tutte le attività e tutti gli ambiti.
Si esplica e si crea in percorsi trasparenti e chiari, che non strumentalizzino i bambini, che non li obblighino, ma che siano a loro misura. Vengono citati degli esempi significativi: presenza dei ragazzi a grandi eventi internazionali come ad esempio il J8, incontro di ragazzi con approfondito lavoro preparatorio agli incontri degli adulti (G8), o presenza dei ragazzi con preparazione di reali strategie e vademecum a Rio+20 o 2 anni fa a Copenhagen per il protocollo di Kyoto. Partecipazione che diventa protagonismo che deve essere sostenibile, non in momenti spot: le occasioni di partecipazione devono essere una presa di coscienza del ruolo determinante dei ragazzi che prescinde dagli adulti e che non può aspettarli. E' necessario garantirne la continuità.
Ещё видео!