Nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione), oltre ai criteri diagnostici specifici per ogni disturbo mentale, è presente una postilla finale che sottolinea l'importanza del disagio clinico significativo nel quadro clinico descritto. Questa postilla afferma che i sintomi o i comportamenti presenti devono causare un notevole disagio o compromettere significativamente il funzionamento sociale, occupazionale o di altre aree importanti della vita del soggetto.
Il concetto di "disagio clinico significativo" è cruciale nel DSM-5 perché cerca di distinguere tra sintomi o comportamenti che possono essere parte normale dell'esperienza umana e quelli che possono indicare un disturbo mentale clinicamente significativo. Ad esempio, molte persone sperimentano occasionalmente ansia, tristezza o preoccupazione, ma non tutti questi stati emotivi raggiungono il livello di disagio clinicamente significativo che giustificherebbe una diagnosi di disturbo d'ansia o di umore.
Il DSM-5 specifica che il disagio clinico significativo può manifestarsi in diversi modi. Potrebbe riguardare una sofferenza emotiva significativa, interferire con il funzionamento quotidiano, causare problemi relazionali o sociali, ostacolare la capacità di svolgere compiti lavorativi o scolastici, o provocare un impatto negativo su altre aree rilevanti della vita del soggetto.
L'inclusione del requisito del disagio clinico significativo mira a evitare una sovradiagnosi o una medicalizzazione eccessiva dei comportamenti umani normali. Riconosce che i sintomi o i comportamenti devono avere un impatto sostanziale e negativo sulla qualità della vita del soggetto prima che possano essere considerati indicatori di un disturbo mentale specifico.
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