All’indomani del giuramento del nuovo Capo dello Stato, il premier Matteo Renzi spinge sulle riforme.
“Porteremo a casa le riforme. Gli italiani con il referendum avranno l’ultima parola. E vedremo se sceglieranno noi o chi non vuole cambiare mai” – scrive su twitter.
Il premier non accetta ricatti. Si va avanti insomma, anche se Forza Italia si sfila ed a Berlusconi chiede di prendere una decisione.
Sulle banche popolari, Renzi si dice pronto a porre la fiducia.
Con Alfano, Governo fino al 2018, escludendo manovre perche' - dice - "con la crescita diminuira' il debito".
Il leader azzurro convoca prima l’ufficio di presidenza e poi i gruppi, sapendo che tocca a lui ricucire gli strappi che l’elezione del nuovo inquilino per il Colle ha creato.
A Matteo Renzi però manda un messaggio chiaro: "da oggi voteremo solo cio' che ci convince".
A Palazzo Grazioli, Toti chiarisce: non facciamo processi, nessuno è in discussione. Ma il patto del Nazareno è rotto.
Pronta la replica del segretario dem Serracchiani: “meglio, la strada delle riforme sarà più semplice”.
Grande assente alla riunione azzurra, Raffaele Fitto, che convoca alla Camera una conferenza stampa, dopo aver riunito i suoi per ribadire la necessita' di adottare una linea dura contro chi vuole collaborare ancora sulle riforme.
“Combatteremo contro l'ipotesi di approvare qualsiasi documento che miri al mantenimento del Patto del Nazareno” – dice.
Nessuna intenzione però di uscire da Forza Italia. Si resta dentro e si combatte anche per l’annullamento dell’ufficio di presidenza, che per il leader dei frondisti, non ha nessun valore.
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