Roma, (askanews) - Un esito inatteso, Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali americane, sconfiggendo la rivale democratica Hillary Clinton. Un esito che ha ribaltato le previsioni di quasi tutti i sondaggi della vigilia e che sta già scatenando un terremoto sui mercati mondiali.
Un risultato shock, dopo una campagna elettorale avvelenata da accuse, scandali, sospetti di brogli e con lo stesso neopresidente che alla vigilia del voto aveva detto: "Giustizia sarà fatta alle urne", ma che poi aveva corretto il tiro per prudenza, aggiungendo: "Ci vorrebbe un miracolo".
Sgomento e amareggiato il popolo di Hillary Clinton. Ma secondo James Golgeier, preside della School of International Service dell'American University, sono state sottovalutate molte fasce di elettorato, e comunque è stato preso poco in considerazione il malcontento della gente. Il risultato, secondo lui, è il frutto della rabbia contro chi ha governato finora.
"Io credo che le persone siano davvero arrabbiate con establishment - ha detto commentando i risultati poco prima che Trump fosse confermatio presidente - che si sentano come abbandonate, come se il governo non le avesse tenute abbastanza in considerazione".
"Penso che molti democratici abbiano sentito che il problema erano i Clinton, tanti hanno sentimenti negativi verso questa famiglia, un bagaglio che Hillary si è portata dietro, e credo che dovranno convincersi e rassegnarsi all'idea che con la scelta di un candidato differente avrebbero potuto vincere".
Una sconfitta, secondo lui, che era nell'aria, ma la strada è in salita anche per Trump.
"E' dura per i democratici, ma lo è anche per i repubblicani, perché il partito si è mostrato molto diviso e non è chiaro come Trump governerà e quale sarà la risposta dei repubblicani al congresso" ha concluso.
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