Villa Migone a Genova san Fruttuoso, accanto alla prestigiosa Villa Imperiale col suo parco, è meno conosciuta, nascosta come è, dalla maggior parte dei genovesi stessi. Eppure custodisce un pezzo di storia non solo di Genova ma dell'Italia intera, perché una data storica che festeggiamo tutti gli anni, il 25 aprile deriva proprio da un avvenimento avvenuto in queste stanze.
Tutti i genovesi invece sanno, con un certo orgoglio, che nel 1945 "Genova si è liberata da sola" ed è proprio a villa Migone che siamo andati a cercare la stanza e il tavolo dove il generale Meinhold firmò la resa dei tedeschi.
Ma come andarono i fatti in quei giorni?
Il comando generale germanico dell'intera area genovese, con a capo Gunther Meinhold, risiedeva a Savignone.
La lotta partigiana fu molto sentita nella città di Genova, soprattutto con l'azione dei Gruppi d'Azione Patriottica, che si formarono nei maggiori centri industriali cittadini, come Sestri Ponente, Sampierdarena, Bolzaneto.
Nei giorni della liberazione si formarono ulteriori gruppi partigiani spontanei, come la Banda Raffe, formata da portuali, che prese il controllo dei caruggi e della zona di Principe.
Il 23 aprile il Comitato Liberazione Nazionale Liguria ricevette tramite il Cardinale Pietro Boetto ed il suo vescovo ausiliare Giuseppe Siri, la proposta tedesca di rinunciare alla distruzione del porto di Genova in cambio di quattro giorni di tregua che permettessero una ritirata sicura all'esercito tedesco.
Il CLN dopo una accanita discussione interna optò invece per l'insurrezione.
Il 24 aprile, fin dal mattino presto, dopo scambi di colpi con armi leggere, entrarono in funzione i mortai. La battaglia più cruenta fu a piazza De Ferrari, molte delegazioni del ponente come Sestri Ponente, Cornigliano, Pontedecimo, Bolzaneto e Rivarolo e quelle del levante come Quarto, Quinto erano già in mano agli insorti ma Genova risultava letteralmente tagliata in due con le colonne tedesche bloccate sulla camionale.
Il generale Meinhold, comandante tedesco per la piazza a Genova, minacciò di aprire il fuoco con le batterie pesanti di monte Moro e con le batterie leggere dal porto direttamente sulla città ma fu solo un modo per ritardare la resa.
Il CLN rispose imponendo un ultimatum.
Il 25 aprile furono recapitate due lettere al generale Meinhold (una del Cardinale Boetto, l'altra con la proposta di resa del CLN). Meinhold fu informato che le strade per la ritirata lungo il Po erano presidiate dai partigiani.
Scortato dai partigiani, Meinhold e e i suoi collaboratori arrivano a Genova a Villa Migone, nel quartiere di San Fruttuoso.
Alle 19.30 il generale Meinhold firmò l'atto di resa, poco dopo che un grosso contingente dei reparti ancora presenti nel porto si fu arreso ai partigiani.
Oggi Villa Migone è visitabile tutti i 25 aprile e nelle altre date solo per gruppi di almeno 20 persone.
A Villa Migone c'è anche un altro pezzo di storia, nella stessa "stanza della firma" infatti è custodito un pianoforte che fu suonato da Giuseppe Verdi per un anno intero quando il suo era stato inviato in assistenza per una riparazione.
Per questo video ringraziamo per la collaborazione il regista Ermanno Africano, che in questa villa ha ambientato alcune scene del suo film "Il Segreto della Pedona" in uscita nel 2017 e Davide Canazza, fiduciario attuale della famiglia Migone, che ci ha fatto da guida e raccontato questi e altri episodi avvenuti nella villa.
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