Mosca, 24 feb. (askanews) - Nella Russia di Putin la propaganda comincia dai banchi di scuola. Dopo l'estate, sono state introdotte lezioni obbligatorie anche per i bambini di 6 o 7 anni, a cui viene impartita, nel segno del patriottismo, la versione del Cremlino sull'invasione in Ucraina.
Alcuni insegnanti si sono rifiutati, pagandone il prezzo. Come Tatyana Chervenko, 49 anni, ex docente di matematica. È stata prima avvertita, poi portata in caserma per un giorno, infine licenziata.
"Vogliono avere dei soldatini giocattolo. Alcuni di questi soldatini andranno in guerra, altri produrranno munizioni e altri creeranno software per computer, dovranno fare tutto questo senza batter ciglio.", dice, ricordando che invece secondo la legge russa la politica dovrebbe rimanere fuori dalle scuole.
Ma con l'inizio dell'invasione in Ucraina, nel febbraio del 2022, tutto è cambiato.
"Attualmente, l'istruzione ha due funzioni in generale: fare propaganda e fornire un addestramento militare di base - spiega il sociologo Grigory Yudin - I programmi scolastici si stanno muovendo in questa direzione, così come le strategie pedagogiche con i bambini, dalla scuola dell'infanzia al liceo e poi all'università. Aumenta la presenza di armi a tutti i livelli, anche all'asilo. C'è una glorificazione della guerra ed elementi di culto della morte".
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