Conduceva una vita da pascià in una casa di lusso: una villa. Peccato che dai documenti emersi, aveva un reddito esiguo, quasi da disoccupato.
Si tratta di un nordafricano, residente nel Lodigiano, tenuto sotto controllo dalla guardia di finanza di Lodi e dalla procura di Milano proprio per questa evidente discordanza tra stile di vita e soldi dichiarati.
Dunque dopo una lunga attività di indagine i finanzieri sono riusciti a dare un nome al lavoro che svolgeva l’uomo: il pusher di punta del boschetto di Rogoredo, prima che venisse completamente risanato e liberato da spacciatori e drogati.
Le indagini, coordinate dalla Procura del capoluogo lombardo e condotte dalle fiamme gialle lodigiane, hanno permesso di mettere in luce la pericolosità sociale dell'indagato, che ha un ampio curriculum criminale e che farebbe parte di un'associazione dedita allo spaccio principalmente nell’area di Rogoredo.
In particolare, le indagini a carattere patrimoniale, finanziario e reddituale, hanno fatto emergere una sproporzione di oltre 590.000 euro tra i beni nella disponibilità del predetto e del suo nucleo famigliare e i redditi dichiarati o l’attività economica svolta.
L’indagato, infatti, incassava centinaia di miglia di euro dalla vendita al dettaglio di eroina e cocaina. Così il tribunale di Milano ha disposto l’applicazione della misura di prevenzione antimafia del sequestro propedeutico alla confisca di una villa ed annessa autorimessa, ubicate nella Provincia lodigiana ed intestate a lui e a sua moglie per un valore quantificato di 450.000 euro.
Solo poche settimane fa, nei confronti di un’altra persona, che apparterrebbe allo stesso gruppo criminale, era già stato eseguito un sequestro di un appartamento e di un garage a sud-est di Milano, oltre che di denaro sul conto corrente, per un totale di 250mila euro.
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