La violenza sul posto di lavoro è un problema che investe i paesi di tutto
il mondo, ed i dati raccolti sono indicativi della reale situazione.
Gli operatori sanitari hanno il rischio più elevato rispetto ad altri
lavoratori che operano a contatto diretto con l’utenza.I pazienti
ed i loro caregiver, sono i maggiori responsabili delle aggressioni
che colpiscono di più attraverso aggressioni fsiche, verbali o di
atteggiamento. In particolare le violenze verbali sono maggiori di
quelle fsiche e gli efetti sull’operatore si possono verifcare sia
personalmente che professionalmente, oltre a mettere in moto efetti
negativi in termini economici, sociali e di qualità delle cure prestate.
Per ridurre le aggressioni, sarebbe opportuno un programma di
prevenzione valutando i rischi nei luoghi di lavoro, formando il
personale con particolare attenzione alle competenze comunicative
e informando l’utenza dell’esistenza di una politica aziendale di
tolleranza zero alle aggressioni.
Diverse sono le tipologie di violenze: nel pronto soccorso viene riferito
che i pazienti diventano violenti prevalentemente per le lunghe attese
e in psichiatria la causa dell’aggressività è nella patologia stessa, così
come per i pazienti dementi ricoverati in geriatria. La tolleranza degli
operatori nei confronti dei comportamenti aggressivi è maggiore se
è conseguenza della patologia, qualora la capacità di intendere e
volere dell’utente è volontariamente compromessa dall’assunzione
di sostanze stupefacenti o alcol la tolleranza è decisamente minore.
Scopo del convegno è fare il punto della situazione, utilizzando anche
le nuove tecnologie digitali, al fne di fornire soluzioni praticabili e
tutelare al sicurezza degli operatori.
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