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Voce narrante: Dott.ssa Sandra Granchelli
Grafica: Lorenzo Manfreda
Musica : Alessandro Pepé Porrini
||||||||Spunto di riflessione||||||||
In questa favola, il povero fabbricante di comete non ha fortuna in affari, eppure la sua è un’invenzione straordinaria che dona ai bimbi libertà, avventure e sogni!
Sicuramente per i genitori è difficile accettare di “ far andare sulle stelle il proprio bambino”...
Ma dobbiamo pensare che Il distacco che si viene ad avere è un po’ come quello che stiamo vivendo adesso, con l’emergenza covid, è un distacco fisico e non emotivo dalle persone che amiamo! In questo momento il distanziamento è necessario così come lo è regalare la “cometa” ai nostri figli per farli crescere.
Devono muoversi verso l’autonomia e noi come genitori lasciamoli andare, seguendoli a distanza con sguardo attento e rassicurandoli che staremo, lì, ad aspettarli al loro ritorno!
Cerchiamo di vincere le nostre paure, e compriamo una cometa regalando la libertà ai nostri bambini
|||||||STAFF di “PRONTO… CHI FAVOLA”||||||||
Dott.ssa Elisa De Foglio – Psicoterapeuta – Coordinatrice
Dott.ssa Clementina Petrocco – Psicoanalista – Supervisore
Dott.ssa Sandra Granchelli – Insegnante – Psicologa – Voce Narrante
Dott. Tancredi Di Iullo – Psicoterapeuta
Dott. Paolo Manfreda – Psicoterapeuta
Dott. Giovanni Pendenza – Psicoterapeuta specializzando
Dott.ssa Fabiana Bizzoni – Psicoterapeuta
Dott.ssa Lisa Raglione – Psicoterapeuta specializzanda
Dott.ssa Francesca Lanci – Psicoterapeuta
Dott.ssa Gina Onorato – Psicoterapeuta
Dott.ssa Alina Madalina Iunnissi – Psicoterapeuta specializzanda
Dott.ssa Michela Tolli – Psicoterapeuta
Dott.ssa Martina Cornacchia – Psicoterapeuta specializzanda
Dott.ssa Martina Marchionni – Psicoterapeuta specializzanda
||||| TESTO |||||
Una volta un mago inventò una macchina per fare le comete. Somigliava un tantino alla macchina per tagliare il brodo, ma non era la stessa e serviva per fabbricare comete a volontà, grandi o piccole, con la coda semplice o doppia, con la luce gialla o rossa, eccetera.
Il mago girava per paesi e città, non mancava mai ad un mercato, si presentava anche alla Fiera di Milano e alla Fiera dei cavalli, a Verona, e dappertutto mostrava la sua macchina e spiegava com’era facile farla funzionare. Le comete uscivano piccole, con un filo per tenerle, poi man mano che salivano in alto diventavano della grandezza voluta, ed anche le più grandi non erano più difficili da governare di un aquilone. La gente si affollava intorno al mago, come si affolla sempre intorno a quelli che mostrano una macchina al mercato, per fare gli spaghetti più fini o per pelare le patate, ma non comprava mai neanche una cometina piccola così.
«Se era un palloncino, magari,- diceva una buona donna, – ma se gli compro una cometa il mio bambino chissà che guai combina.»
E il mago: «Ma fatevi coraggio! I vostri bambini andranno sulle stelle, cominciate ad abituarli da piccoli.»
«No, no, grazie. Sulle stelle ci andrà qualcun altro, mio figlio no di sicuro.»
«Comete! Comete vere! Chi ne vuole?»
Ma non le voleva nessuno.
Il povero mago, a furia di saltar pasti, perché non rimediava una lira, era ridotto pelle ed ossa. Una sera che aveva più fame del solito, trasformò la sua macchina per fare le comete in una caciottella toscana e se la mangiò.
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