Spesso nella Bibbia incontriamo racconti di guerra e di violenza. In realtà nella Bibbia ci sono tanti messaggi di pace, non solo nel Vangelo, ma anche in tante parole delle scritture ebraiche, quali quelle ascoltate adesso. Per caso Saul si viene a trovare nella stessa caverna dov’era anche Davide; una vera fortuna, lo si può uccidere e finire la guerra folle, che il re fa al cantore d'Israele. I suoi amici sono convinti che sia un dono di Dio e che bisogna approfittare di quella vittoria che Davide ha in pugno, potendo assassinare l'avversario. Ma Davide riconosce la sacralità della vita del re ed è un coraggioso, che non teme lo scontro, come fin da giovane aveva mostrato col gigante Golia. Chi ha fiducia in Dio ed è un coraggioso, è un uomo di pace. Ma perché considerare Saul un nemico? Perché lo odia? Perché ucciderlo? Quante persone sono state considerate nemiche, sono state uccise in questi giorni, inermi e indifese. Ho visto in questi giorni tanti rifugiati che lasciano l'Ucraina: donne, bambini, con poche cose, dignitosi, camminando dignitosi verso un futuro che non conoscono, Fuggono distruzioni e morti, le donne lasciano i loro uomini e cercano pace, con i loro bambini, strappati dal padre, dalla casa, in fondo orfani di qualcosa. Le donne ci dicono che la guerra è un grande male e lo è per tutti, per chi vince e per chi perde. Vorremmo sventolare come una bandiera della pace, il lembo del mantello di Saul, dicendo che ogni vita è sacra. Ogni vita è sacra, non solo quella del re. Ogni uomo, ogni donna, ogni anziano, ogni bambino sono dei consacrati. Molti lo sono stati, consacrati con il medesimo battesimo, compiuto nello stesso rito e con lo stesso crisma, dopo il battesimo, come avviene in Oriente. Il crisma consacra tutti i fedeli, come fossero un re, come fossero un popolo regale, anche se sono ridotti a profughi. Ma nella loro dignità di profughi c'è qualcosa di regale; ogni vita è in sé consacrata. Guai a chi la tocca insegna il Re David.
0:00 Preghiera con la Comunità di Sant'Egidio
10:50 Lettura del primo libro di Samuele (1Sam 24, 2-12))
14:40 Commento sul primo libro di Samuele
Dal primo libro di Samuele
(1Sam 24, 2-12))
Quando Saul tornò dall'azione contro i Filistei, gli riferirono: "Ecco, Davide è nel deserto di Engàddi". Saul scelse tremila uomini valorosi in tutto Israele e partì alla ricerca di Davide e dei suoi uomini di fronte alle Rocce dei Caprioli. Arrivò ai recinti delle greggi lungo la strada, ove c'era una caverna. Saul vi entrò per coprire i suoi piedi, mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in fondo alla caverna. Gli uomini di Davide gli dissero: "Ecco il giorno in cui il Signore ti dice: "Vedi, pongo nelle tue mani il tuo nemico: trattalo come vuoi"". Davide si alzò e tagliò un lembo del mantello di Saul, senza farsene accorgere. Ma ecco, dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver tagliato un lembo del mantello di Saul. Poi disse ai suoi uomini: "Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del Signore". Davide a stento dissuase con le parole i suoi uomini e non permise loro che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e tornò sulla via.
Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e gridò a Saul: "O re, mio signore!". Saul si voltò indietro e Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. Davide disse a Saul: "Perché ascolti la voce di chi dice: "Ecco, Davide cerca il tuo male"? Ecco, in questo giorno i tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani nella caverna; mi si diceva di ucciderti, ma ho avuto pietà di te e ho detto: "Non stenderò le mani sul mio signore, perché egli è il consacrato del Signore". Guarda, padre mio, guarda il lembo del tuo mantello nella mia mano: quando ho staccato questo lembo dal tuo mantello nella caverna, non ti ho ucciso. Riconosci dunque e vedi che non c'è in me alcun male né ribellione, né ho peccato contro di te; invece tu vai insidiando la mia vita per sopprimerla.
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