I carabinieri della compagnia di Bologna Centro e del Nas hanno eseguito quattro misure cautelari nei confronti dei responsabili e dipendenti di una casa famiglia di San Lazzaro di Savena, nel bolognese, accusati di maltrattamenti e vessazioni sugli anziani ospitati nella struttura. Uno è in carcere, due ai domiciliari e uno ha avuto un'interdizione dalla professione medica. L'operazione è chiamata 'Fiore velenoso' dal nome della casa famiglia 'Il Fiore'."Il modo alla fine lo trovi perché lo riduci come zombie e il problema è gia finito". Parlava così il titolare della casa famiglia in una delle intercettazioni registrate all'interno della struttura. I sei anziani ospiti del centro privato, secondo le indagini venivano sedati con farmaci psicotropi e tranquillanti e in alcuni casi legati al letto per non disturbare i dipendenti durante la notte. Nei guai, oltre al titolare della casa famiglia, un settantenne finito in carcere, anche la coordinatrice e la collaboratrice (entrambe ai domiciliari), mentre è stato sospeso dalla professione un medico di base, accusato di aver fornito, in cambio di denaro, i propri timbri e ricettari affinché il responsabile della struttura potesse approvvigionarsi di medicinali: l'uomo è accusato anche di aver delegato le sue funzioni sanitarie.Un anziano di 90 anni che era tra gli ospiti della casa famiglia si trova ora ricoverato al policlinico Sant'Orsola in gravi condizioni di salute: i carabinieri, che stavano ascoltando ciò che succedeva nella struttura, sabato scorso sono entrati nella casa famiglia dicendo di dover fare un controllo di routine e lo hanno portato via. Le indagini sono partite a marzo, grazie ad alcune voci e segnalazioni raccolte dagli investigatori, e sono state condotte dal nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Bologna centro, assieme al Nas cittadino e coordinate dal pm Augusto Borghini."L'operazione ci ha consentito di salvare la vita a due pazienti. Quello che è emerso dalle indagini è una gestione degli anziani inaccettabile, sicuramente con il contenimento fisico e la somministrazione di benzodiazepine. Le posizioni di alcuni indagati potrebbero aggravarsi e potrebbe essere ipotizzato il reato di tortura, visti i danni psichici e fisici provocati" ha dichiarato il Procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato.
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