Nascosti oggi fra case e villette tre località di "Sa Tanca" e "S'Ecca S'Arradili" in via Van Dick a Quartu S.Elena, esploriamo alcuni dei bunker del Caposaldo VIII "Nicosia".
Le strutture costituivano un interessante sistema, collegato da trinceramenti in cemento. Alcuni si trovano all'interno di terreni privati e/o risultano non più accessibili.
Buona visione.
Nel 1942, Quartu Sant’Elena risulta essere una città fortificata. In previsione di uno sbarco alleato, viene costruita una linea di capisaldi che prende il nome di “arco di contenimento di Quartu”, facente parte del Settore difensivo di Cagliari, affidato alla XIII Brigata Costiera che fu elevata, nell’estate del 1943, a 203ª Divisione Costiera. E la falsa chiesa ne faceva parte.
Era una vera e propria linea Maginot e si stima sia composta da circa 80 fortini su tutto il territorio, che esploreremo prossimamente.
L' "arco di contenimento di Quartu” partiva dall’entroterra fino a comprendere tutta la costa che andava dal Poetto, passava per Margine Rosso e Sant’Andrea e arrivava fino e oltre la batteria antinave Carlo Faldi ( località Is Mortorius ), uno dei bastioni del “Fronte a Mare” di Cagliari. Ma anche sul lato collina, su postazioni poste strategicamente in alto.
Sulle colline di Pitz’e Serra che si trova la costruzione conosciuta nella zona con il nome di “la falsa chiesa“. Un nome non casuale: l’edificio presenta caratteristiche costruttive che ricorda una chiesa di campagna ed è dotata, addirittura, di una forma circolare che richiama il rosone di una chiesa. La costruzione, però, altro non è che un vero e proprio fortino militare con tutte le caratteristiche riconducibili alle altre fortificazioni dell’arco di contenimento.
Il confronto tra una chiesetta rurale del territorio quartese ( come quelle di San Benedetto e di Sant’Andrea,) e il piccolo avamposto militare, non lascia dubbi sul fatto che il Genio militare abbia realmente studiato un piano decisamente accurato. Osservando l'avamposto appare evidente che, nonostante il camuffamento sia parzialmente danneggiato, emerge una grande somiglianza con l'architettura dei una chiesa campestre dotata di unica navata, tetto a capanna e rosone centrale di ispirazione gotica catalana.
In questa maniera, il tentativo di localizzare via terra o aerea l’avamposto nemico e di conseguenza colpirlo o bombardarlo, poteva essere scongiurata tramite l’inganno visivo.
L’arco contenimento quartese fu un’opera realmente imponente. Di fatto, la città di Quartu non venne mai bombardata direttamente ( a differenza di Cagliari, pesantemente danneggiata ), ma l’impegno per la costruzione di una linea Maginot fu tale da creare una vera e propria città fortificata.
In tutta l’isola vennero costruiti, infatti, almeno 1500 postazioni permanenti per fronteggiare un eventuale sbarco delle truppe americane.
Negli ultimi anni la "Falsa Chiesa" e alcuni fortini e casematte del territorio quartese sono stati ripuliti da volontari e appassionati, in modo da poter accedere in maniera agevole e sicura al loro interno e godere delle storiche testimonianze di un tragico e non lontano passato e organizzando talvolta visite guidate, anche per Monumenti Aperti.
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