A partire da "Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie" (scritto con Nicola Gratteri, Mondadori, illustrazioni di Giulia Tomai)
Era un bambino, nonostante il cognome, il padre, l'ambiente in cui è cresciuto. Amava i cavalli. Ed è proprio in sella a un cavallo che si è fermata la sua immagine nella memoria collettiva. Suo padre era un mafioso, vicino ai corleonesi di Riina. Fu tra i primi collaboratori di giustizia. Gli uomini di Brusca rapirono Giuseppe vestiti da poliziotti. Lo ammazzarono dopo 799 giorni, prima strangolato poi sciolto nell’acido.
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