“Roma ladrona”. L’urlo di Bossi, fiaccato dalle abbuffate leghiste e dalle inchieste della magistratura, i romani in fondo potevano considerarlo folclore. Molto più duro mandare giù un presidente del Consiglio, che rinverdisce il mito di Milano capitale morale proprio mentre Roma cade sotto i colpi del “mondo di mezzo” e delle lotte interne al Pd. Si spengono le luci sul Campidoglio a guida Ignazio Marino, si accendono i riflettori sui successi dell’Expo. Modello da imporre ora anche a Roma e all’Italia intera. Fuori il marziano che gridava “daje”, dentro il commissario che viene dal capoluogo meneghino. “Roma non ha gli anticorpi”, aveva detto,profetico, Raffaele Cantone. Sarà l’ex prefetto di Milano a iniettarlinel corpaccione della capitale ferita? Intanto, il 5 novembre si terrà la prima udienza di “mafia capitale”. Al processo, la città di Roma è senza più un sindaco a rappresentarla.
Servizio di Mariagrazia Gerina
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