Crevoladossola (VB), Oira, Chiesa Parrocchiale di San Mattia apostolo
Concerto di 5 campane in Fa#3 (Angelo Bianchi 1904)

Distesa, concerto solenne a 5 campane e ducale per la S. Messa solenne durante la sagra paesana di Oira

Il borgo di Oira si sviluppò tra il XII e il XIII secolo, quando la nobile famiglia Rodis estese i suoi possedimenti fino a raggiunge questa località, utilizzata prevalentemente a scopo difensivo perché posta tra la via Francisca e la Valle Antigorio. Una piccola chiesa alle dipendenze della pieve di Crevola esisteva già nel primo Quattrocento; l'oratorio di San Mattia fu ampliato una prima volta nel 1612, in modo da consentire l'accoglienza del numero crescente degli abitanti del borgo. Durante la tremenda epidemia di peste del 1630 gli abitanti scelsero di ampliare nuovamente la chiesa medievale, in modo da poter chiedere l'erezione canonica della parrocchia. A quel tempo, infatti, gli abitati di Oira dovevano necessariamente spostarsi nei paesi vicini per assistere alle celebrazioni, con il forte rischio di essere contagiati dalla piaga. I lavori di ampliamento della chiesa vennero interamente finanziati dal contributo delle famiglie più ricche del paese, le quali ottennero già il 19 marzo 1632 un primo documento che ufficializzava la costituzione della nuova parrocchia, benché i lavori di rifacimento dell'edificio non fossero ancora del tutto ultimati. La chiesa parrocchiale di San Mattia apostolo fu terminata nel 1637, al termine di una stagione che aveva visto un elevato numero di morti a causa del contagio durante l'epidemia. La chiesa sorgeva nei pressi di un antico cimitero, sul quale venne edificato un ossario nel 1748, al fine di contenere le spoglie mortali riesumate dopo la chiusura del cimitero. Nel frattempo era sorto anche un piccolo oratorio, dedicato alla memoria dei santi Sebastiano e Carlo. Il campanile della chiesa fu costruito nel 1766; la scala in pietra che conduce alla parte alta della torre è la medesima nella prima parte a quella che fa accedere alla balconata dell'organo, fabbricato da Giovanni Bianchi di Varese nel 1909 per un totale di novecento canne. Il campanile fu inizialmente provvisto di tre campane, rifuse in un nuovo concerto di cinque elementi nel 1904. La chiesa è un piccolo gioiellino che ospita alcune opere d'arte molto ben conservate, a partire dal quadro settecentesco posto sopra l'altare maggiore, attribuito a un pittore di Bologna e raffigurante gli apostoli che contemplano l’assunzione della Vergine. Tra le altre opere qui custodite è di grande interessante il quadro Morte Improvvisa, che raffigura i pericoli in cui poteva incorrere all'epoca chi svolgeva attività della vita contadina, realizzato dal pittore Girolamo Ferroni di Bannio Anzino.

Un ringraziamento alla sacrestana Antonella.

0:00 Intro con distesa
2:05 Concerto
11:39 Ducale

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