Il bisnonno non l'ha mai conosciuto, eppure il suo spirito aleggiava forte in casa. Marta Albertini è la pronipote di Lev Tolstoj. E da piccola, a Roma, dormiva nella stanza 'tolstojana', come la chiamava la nonna - secondogenita dello scrittore russo - in compagnia dei suoi libri e dell'anello di rubini che lui regalò alla moglie, per aver trascritto Anna Karenina. Il mistero, Albertini, lo sta dipanando: andando a Mosca per conoscere le sue origini e visitare il museo Lev Tolstoj (alcune riproduzioni sono al museo Civico di Bari per il festival dell'arte russa, curato dal Cesvir di Rocky Malatesta), lavorando a un libro che ripercorre la storia di sua madre e di sua nonna, che lasciarono la Russia per l'Italia. "Era troppo grande per noi umani - dice Albertini - ho dovuto aspettare di essere più matura per capire non tanto lo scrittore, quanto l'uomo".
di Anna Puricella
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