Il 16 settembre, verso le 18:00, le milizie cristiano-falangiste di Elie Hobeika fecero irruzione nei campi profughi p@le£tin£si di Sabra e Chatila, alla periferia di Beirut Ovest, massacrando per due giorni centinaia di uomini, donne e bambini, nell’indifferenza isr@eli@n@. Il bilancio complessivo, secondo stime dell’Onu, si aggirò intorno alle 3mila vittime.
L’orrore per quella strage portò il 16 dicembre 1982 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a definirla «un atto di genocidio» con la risoluzione 37/123, sezione D.
Una grande manifestazione di protesta in Isr@el£ portò alla creazione di una commissione d’inchiesta che attribuì ad Ariel Sharon la responsabilità del massacro, costringendolo a dimettersi da ministro della Difesa.
#Berlinguer pronunciò questo coraggioso discorso il 19 settembre, nel suo comizio conclusivo alla Festa nazionale de l’Unità a Tirrenia.
Parole che molti suoi presunti “eredi”, dopo l’orrore di queste settimane e soprattutto di ieri sera, dovrebbero riascoltare.
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