Alle 16,37 del 12 dicembre 1969 una bomba esplode nella sede della Banca Nazionale dell'agricoltura in Piazza Fontana a Milano. 13 morti, 88 feriti. In pieno autunno caldo, il governo italiano è allo sbando non tiene la piazza. Media e potere accreditano la responsabilità degli anarchici. Scoppia la bomba e con essa anche una grande menzogna che condizionerà il paese e avrà un terribile peso nell'odio e nello scontro degli anni successivi.
Viene subito fermato l'anarchico Pinelli, che 72 ore dopo precipiterà dai locali della questura di Milano. Omicidio di stato o suicidio? Una forte polemica che non riuscirà ad isolare questa morte dalla strage di piazza Fontana, dal Terrorismo dalla teoria della strategia della tensione dallo stragismo di stato e dall'assassinio del commissario Calabresi
Le indagini e i processi (sette), porteranno imputazioni a carico di vari esponenti anarchici, come Pietro Valpreda, interventi dei servizi deviati, imputazioni a gruppi della destra eversiva. Tuttavia alla fine tutti saranno assolti.
In 38 anni non è mai stata emessa una condanna definitiva e il 3 maggio 2005 la Cassazione assolve definitivamente gli ultimi indagati. Una sentenza che però afferma che i neofascisti Franco Freda e Giovanni Ventura, assolti con terzo grado di giudizio nel 1984 e quindi non più processabili, con le nuove prove raccolte sarebbero stati condannati. Oggi, a 42 anni di distanza il Comune di Milano sosterrà la digitalizzazione degli atti processuali della strage per consentirne la conservazione e renderli disponibili per scopi di studio e ricerca. Il progetto è stato presentato dall'Associazione Casa della Memoria, con l'obiettivo di promuovere la ricerca e l'approfondimento culturale e l'acquisizione di ogni documentazione sugli avvenimenti relativi al periodo della strategia della tensione.
Ещё видео!