La metafora del buon pastore e del mercenario è la pagina che ci guida in questa Quarta Domenica di Pasqua. Una domenica particolare, ci dice Mons. Angelo Spinillo nel commentare la parola di Dio, “tradizionalmente dedicata all’immagine del Cristo Buon Pastore e, quindi, anche di chi è chiamato ad essere annunziatore nella Chiesa”. Nella giornata della preghiera per le vocazioni (22 aprile 2018), rendiamo grazie al Signore per la vocazione di ciascuno di noi e teniamo viva in noi la parola di Giovanni. Il “buon pastore” è colui che vive sempre insieme con le sue pecore, sia quando sono serenamente al pascolo, sia quando è chiamato a difenderle nei momenti di pericolo: “Buon pastore – continua il vescovo di Aversa – è colui che si preoccupa della vita, la sua voce chiama da lontano, indica la via, richiama accanto a sé nel momento in cui bisogna riprendere il cammino: essa suscita fiducia e desiderio di essere insieme”. Tutti noi siamo chiamati ad essere buoni pastori in tutte le realtà della vita, “quando ci prendiamo cura del creato e dell’ambiente, quando accompagniamo con il dialogo i nostri giovani, quando siamo di sostegno a chi ha bisogno di noi e alle persone che abbiamo accanto”.
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