Ben trovato, ti presento un’opera davvero originale del 1990, «Donna al pozzo di Giacobbe», del pittore tedesco Sieger Köder. Si trova a Ellwangen in Germania. Se desideri guardare il video vai al canale Youtube Arte&Senso.
La rappresentazione di temi religiosi da parte dell’artista avviene spesso da punti di vista insoliti rispetto alle raffigurazioni classiche. Così anche in questo caso.
La scena rappresenta la donna samaritana di cui parla il capitolo 4 del vangelo di Giovanni. Köder apre la sua tela “verticale” con una donna vestita di rosso affacciata a un pozzo. È ogni uomo e ogni donna che si affaccia alla vita per intra-vedere il desiderio profondo che lo abita. Per non essere vista e giudicata dalle persone questa donna va al pozzo ad attingere acqua ad un orario insolito, mezzogiorno. Il sole è allo zenit. Proprio dal pozzo, cioè dalla solitudine di questa donna, Köder ci racconta la scena. Da dentro il pozzo si vede, in alto, la samaritana, avvenente, con l’abito rosso scarlatto e i capelli sciolti, simboli di sensualità. Il profeta Isaia aveva scritto: «Anche se i vostri peccati fossero rossi come la porpora diventeranno bianchi come la lana». Grazie al dialogo con Cristo, il quale però non si vede, decide di guardare nel suo animo, e la vediamo osservare dentro al pozzo del suo inconscio. Guarda lì ed ecco che, con intuito sorprendente, Köder fa vedere nell’acqua non solo il riflesso della donna, ma anche quello di Cristo. La donna guarda l’acqua e Gesù guarda la donna. Dio è compagno della sua sete, di ogni sete degli uomini. E anche lui si fa assetato, per starti accanto, per condividere, per dirti che ben comprende ciò che stai vivendo. Nel pozzo della tua vita trovi lui. Donna, dammi da bere.
Koder colloca noi osservatori all’interno del pozzo. Questa prospettiva originale suggerisce una lettura introspettiva della Samaritana, non ha fretta, pensa, si interroga, guarda con pazienza.
Di cosa è assetata questa donna? Vai a chiamare tuo marito. Le chiede Gesù. In effetti di mariti ne ha avuti cinque. È una donna che ha sete di amore vero, di affetto, che va oltre le avventure e le emozioni passeggere. Gesù non la giudica, ma si tuffa nella sua sete perché non si fermi a sorgenti screpolate, perché trovi l’acqua vera che appaga la sua sete profonda.
La risposta è in fondo al pozzo. Solo nella sincerità di una sguardo onesto su se stessa trova la verità di chi le parla. Il volto di Gesù si vede solo riflesso, solo al termine di una “discesa” dentro se stessi.
Il pozzo è buio, solo l’apertura proietta un cono di luce riflesso nell’acqua. Il sole, una macchia di luce più intensa tra i due volti, filtra nell’oscurità e proietta la sua luce sulla donna. A rigor di logica dovrebbe essere in ombra, apparendo in controluce, invece è ben chiara e illuminata. Non è un particolare casuale: è la luce di Cristo che la illumina dall’oscurità di una vita disordinata e superficiale. Gesù è l’acqua per la sua sete, egli è rivela all’uomo il suo destino e da senso alla sua vita.
«Se tu conoscessi il dono di Dio». Le dice Gesù e le fa capire che la sua sete invoca un’altra acqua, l’acqua viva che è lui. Bellissimo il salmo che dice: «O Dio tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, come terra deserta, arida e senz’acqua».
Da questa consapevolezza può sgorgare la meraviglia della preghiera che si rivela proprio là, presso i pozzi dove andiamo a cercare la nostra acqua. Là Gesù viene ad incontrarci; egli ti cerca per primo ed è lui che ti chiede da bere. Gesù ha sete, ti desidera, vuole creare una relazione con te. Che lo sai o non lo sai, la preghiera è l'incontro della sete di Dio con la tua sete.
Koeder ti invita a guardare nel profondo della tua oscurità per ritrovare la scintilla di luce che porti iscritta dentro di te e riprendere consapevolezza di ciò che sei e di chi è Colui che ti genera continuamente a nuova vita e ti ama per quello che sei! Grazie per l’ascolto.
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