Joaquín Sorolla è una delle personalità artistiche più affascinanti del panorama spagnolo in quel periodo cruciale segnato dalla diffusione dell'impressionismo e del simbolismo. Protagonista della Belle Epoque, celebrato ritrattista accanto a Sargent e Boldini, fu un maestro nel restituire sulla tela l'incanto della luce, con una pittura immediata e allo stesso tempo sapiente, che guarda alla lezione di Velázquez oltre che al paesaggismo nordico e francese dell'Ottocento.
Per la prima volta in Italia, nel 2012 Palazzo dei Diamanti rende omaggio a questo grande artista con una mostra dedicata alla produzione della maturità. In questa fase della sua carriera, Sorolla è all'apice della notorietà e inizia a creare, soltanto per se stesso, opere di sorprendente modernità che hanno come tema privilegiato il giardino. Ad accogliere il visitatore è una suggestiva sequenza di ritratti di famiglia nella cornice di giardini con fontane, del 1906-07, capolavori nei quali le figure si fondono con l'atmosfera sfavillante di pennellate di colore puro o sembrano assorbite da un gioco di riflessi.
Di fondamentale importanza nell'evoluzione del suo percorso artistico è l'incontro con l'Andalusia, come testimoniano i dipinti creati a più riprese dal 1908 al 1918. Quella terra, la sua cultura millenaria e la poesia delle sue architetture segnano profondamente l'immaginazione di Sorolla e concorrono ad ispirare la nascita di una poetica del silenzio e di una cifra stilistica personale ricca di risonanze simboliste.
L'entusiasmo del pittore di fronte alla visione dell'Alhambra di Granada e della Sierra Nevada traspare dalle imponenti vedute della fortezza e dai cristallini scenari della catena montuosa, nei quali egli sperimenta una luce del tutto nuova e una pittura più essenziale. Anche le donne andaluse catturano la sua attenzione offrendo materia per visioni intime e raccolte o per messe in scena con tagli fotografici.
Il nucleo centrale della mostra è dedicato alla straordinaria serie di dipinti che hanno per soggetto i patii e i giardini islamici della Spagna meridionale. In queste composizioni, da cui è bandita la presenza umana, i marmi, le ceramiche, le fontane e le aiuole evocano una polifonia di forme e colori, suoni e profumi. Il pennello dell'artista si sofferma sui riflessi dell'acqua e sulla luce che sembra dissolvere le architetture, dando forma ad una pittura sempre più pura e raffinata.
La mostra si chiude con i capolavori ispirati al "giardino d'artista" creato da Sorolla nella nuova casa di Madrid. L'anziano pittore aveva dedicato molte energie alla costruzione di questo angolo di segreta bellezza, sul modello dei giardini di Siviglia e Granada, con una passione che ricorda quella profusa da Monet nel suo stagno di ninfee. E come Monet a Giverny, Sorolla trova nel proprio giardino una fonte inesauribile di spunti per tradurre sulla tela la lezione di essenzialità e lirismo appresa in Andalusia.
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