Finché si è giovani non si pensa alla vecchiaia pur essendo una naturale prospettiva di un processo fisiologico inevitabile. Non si pensa, soprattutto, a quanto lo stile di vita in età giovane possa incidere sul buon invecchiamento sia fisico sia psicologico. Il campanello di allarme scatta ai primi segnali dell’avanzare dell’età quando ci si rende conto di non poter più tenere i ritmi di vita di una volta. L'invecchiamento comporta modificazioni biologiche che portano ad alterazioni progressive del corpo e delle sue funzioni. Già dopo i 30 anni, il fenomeno è graduale e progressivo, anche se soggettivo poiché su ogni individuo incidono diversi fattori (genetici, sociali, ambientali, stile di vita, patologie…). Tuttavia l’invecchiamento può essere vissuto come una fase della vita più consapevole dei limiti e più attenta alla cura di sé. Secondo l'ISTAT, in Italia abbiamo la più alta speranza di vita nell’Unione Europea, più bassa per gli uomini (80,6 anni) e più alta per le donne (85,1). Gli anziani, sempre più numerosi, raggiungono la vecchiaia in migliori condizioni di salute, grazie ai progressi degli studi scientifici (riduzione della mortalità per malattie infettive) e alle condizioni socio-economiche (miglioramento dell'igiene e dell'alimentazione). Oggi si parla molto di invecchiamento attivo legato alla consapevolezza dell’importanza di alcuni fattori che incidono sulla qualità della vita: mantenersi in forma; alimentare la socializzazione; tenere sotto controllo le patologie più frequenti nella terza età in un’ottica di prevenzione e riduzione del danno.
Ещё видео!