Il governo emiliano-romagnolo “della ripartenza” è al lavoro da giorni per definire quali saranno i criteri di avviamento nella cosiddetta “fase due”, ovvero quella della graduale ripartenza economica e sociale in corso di quarantena. Per farlo però servirà conoscere più da vicino l’andamento della pandemia e quindi avere strumenti sempre pronti all’uso, come tamponi e test sierologici. Su questi ultimi però il commissario regionale alla Sanità Sergio Venturi ha espresso non poche perplessità, rivendicando il ruolo della Regione come ente coordinatore della gestione dell’emergenza sanitaria.«Questo test non è un giochino, è una cosa molto seria, che dovrebbe dire se abbiamo avuto questa malattia o no e in caso positivo spingerci a effettuare altri esami, incluso il tampone», sottolinea il commissario straordinario alla Sanità Sergio Venturi. Ma a differenza del tampone «che è una “fotografia” del momento, il test è un film degli ultimi giorni e il suo problema è che è ancora del tutto affidabile così come non lo è il tampone, che lo è nell’80 per cento dei casi. Di test sierologici ce ne sono 200 in commercio, noi ne abbiamo selezionati 3 o 4 e per primi non siamo sicuri che siano efficaci. Per questo, siccome ci troviamo in uno stato di emergenza che finirà il 31 di luglio come proclamato dallo Stato, ci prendiamo la responsabilità di dire che questi esami non li fanno i privati». Con una delibera regionale si andranno a identificare i laboratori privati come candidabili a lavorare per conto del pubblico, «perché ci stiamo preparando alla riapertura della produzione e dovremo fare molti test, ma sotto l’egida e i criteri di sicurezza che stabilirà la Regione».I test sierologici sono di due tipi: quelli rapidi e quelli quantitativi. I primi, grazie ad una goccia di sangue, stabiliscono se la persona ha prodotto anticorpi e quindi se è entrata in contatto con il virus; i secondi, dove serve un prelievo, dosano in maniera specifica le quantità di anticorpi prodotti. L'obiettivo è arrivare a un unico test nazionale, in modo da non perdersi in comparazioni dei risultati ottenuti a livello territoriale.
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