TG PADOVA (martedì 4 dicembre 2018) - In Veneto, tra gennaio e settembre 2018, primi nove mesi di applicazione del Reddito di inclusione, sono state oltre 24.438 le persone coinvolte, che corrispondono a 8810 famiglie, e sull'inclusione punta anche il Piano Regionale di contrasto alla povertà. Il pericolo lanciato dagli Assistenti Sociali, però, è che il reddito di inclusione venga sostituito dal reddito di cittadinanza che prevede il requisito del lavoro, e che si perdano così gli altri indici di povertà, come l'avere un'abitazione, figli o disabili in famiglia. Di certo in Veneto la percentuale di povertà assoluta è cresciuta dal 3,2 del 2011 al 6 e mezzo per cento del 2017. La media nazionale è lontana, al 12,3, ma occorre molta attenzioneA Padova e provincia, ad esempio, sono arrivate oltre 1500 domande, delle quali ne sono state accolte 548, ovvero il 36%. Di queste, solo il 15% è stato inviato direttamente al centro per l'impiego per cercare un lavoro, gli altri prima dovevano superare emergenze di educazione, casa e cure sanitarie.
Di positivo c'è che il 70% di chi ha avuto accesso al reddito di inclusione era già seguito dai servizi sociali. Quasi 200 persone a rischio povertà assoluta, dunque si sono fatte avanti dall'oscurità i cui si trovavano.Dei padovani inseriti nel progetto, metà ha figli minorenni, metà sono famiglie con soli adulti. E gli stranieri sono la minoranza. Un esempio? Un padovano padre di famiglia di 49 anni, grazie al reddito di inclusione e al progetto personalizzato, ha vinto un concorso e ora sta diventando operatore socio sanitario. ([ Ссылка ])
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