Commento di don Paolo Quattrone - sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Bard, Donnas, Hône e Vert.
Giovedì 9 Febbraio
Ecco che dopo l’uomo Dio crea la donna, anche in questo caso non c’è assolutamente nulla di scientifico, l’uomo non è stato creato da un po' di terra modellata e tanto meno la donna da una costola che poi scopriremo che di costola non si tratta. E’ la scienza che ha il compito e la missione di comprendere da dove veniamo, come si è generata ed evoluta l’umanità ma ciò non toglie che l’imput iniziale sia venuto da Dio così come abbiamo visto lunedì. Innanzitutto nel brano di oggi troviamo questa frase di grande bellezza e verità: Il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo…». Questo passaggio conferma quanto dicevo lunedì, i primi capitoli della Genesi, relativi alla creazione, più che di Dio parlano di chi siamo noi, della nostra esistenza e del suo senso profondo e per questa ragione sono fondamentali. Se è vero che siamo fatti ad immagine di Dio, che proveniamo dalla Trinità, è allora vero che una delle sue prime caratteristiche del Padre e Figlio e Spirito Santo è l’essere in relazione tra loro, perciò siamo veramente noi stessi quando ci apriamo alle relazioni con gli altri e con Dio. Non siamo fatti per la solitudine, nessuno, va contro la natura umana. Chi sceglie la strada della vita religiosa, monastica, sacerdotale non rinuncia alle relazioni, sarebbe diabolico ed antievangelico ma innanzitutto decide che la relazione più importante è quella con Dio e questa si traduce nella realtà cercando di amare le persone che ci sono affidate. Anche i monaci sono chiamati ad amarsi tra di loro in comunità e ad amare il mondo intero in particolare, secondo la loro specifica vocazione, pregando ogni giorno per l’umanità. Tutti abbiamo bisogno di relazioni, è vero queste a volte possono deludere, ferire ma vale la pena correre il rischio, è importante avere persone che sappiamo che ci amano e che noi amiamo, coltivare amicizie, prenderci cura di qualcuno, tutti siamo chiamati a questo e ne va della nostra felicità. Veniamo alla creazione della donna, leggiamo il passaggio in questione: Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Dio inventa l’anestesia totale e leva una costola all’uomo. E’ andata davvero così? No, ormai lo sappiamo. Vi è però un punto da chiarire perché vi è un errore di traduzione, nel testo originale non si parla di costola bensì di fianco. Direte voi: che differenza fa? Fa una grande differenza! La traduzione corretta sarebbe più o meno così: Dio trasse la donna dal fianco dell’uomo. Perché dal fianco? Per sottolineare che uomo e donna sono fatti per camminare fianco a fianco, insieme. Tutti noi abbiamo bisogno, per essere felici, di avere al nostro fianco degli amici, un partner, dei famigliari, delle persone con i quali condividere il cammino della vita che spesso non è pianeggiante e sapere che non siamo soli nell’affrontare la vita è di grande aiuto. Questo passaggio ci ricorda una regola fondamentale per ogni relazione di amicizia o di coppia o famigliare: non camminiamo sopra le persone, non calpestiamole, non sentiamoci più su ma come persone sulla stessa barca, pur nelle diversità che sono proprie di ognuno camminando gli uni accanto agli altri e mai calpestandoci. Possiamo camminare gli uni accanto agli altri oppure calpestarci vicendevolmente sta a noi scegliere.
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