CATANZARO. L’integrazione tra l’azienda ospedaliera “Pugliese” e l’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” “è un obiettivo prioritario perché risolverebbe tutti i problemi della sanità non solo del capoluogo ma della Calabria”. Lo ha affermato il commissario alla sanità calabrese, Massimo Scura, parlando con i giornalisti a margine del tavolo istituzionale sul settore nella città di Catanzaro. Alla riunione, in corso a palazzo Alemanni, partecipano, tra gli altri, il delegato per le tematiche sanitarie del presidente della Regione, Franco Pacenza, il rettore dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, Giovambattista De Sarro, il sindaco del capoluogo, Sergio Abramo, i direttori generali dell’Asp, Giuseppe Perri, dell’azienda “Pugliese”, Giuseppe Panella e dell’azienda “Mater Domini”, Antonio Belcastro, e i consiglieri regionali Wanda Ferro, Arturo Bova, Baldo Esposito e Domenico Tallini.
“Il dibattito sull’integrazione - ha proseguito Scura - è andato avanti da tanto tempo perché tutti si dicevano a favore dell’integrazione ma poi c’erano tanti interessi particolari che la ostacolavano. Siamo qui proprio per eliminare questi interessi particolari a vantaggio degli interessi più generali della sanità calabrese, partendo dal fatto che Catanzaro è il capoluogo di regione e quindi un’ottima sanità nel capoluogo avvantaggia tutta la regione. Abbiamo un sistema sanitario regionale in cui Reggio Calabria e Cosenza galoppano, con piani di rientro e conti in ordine e un consistente aumento dei servizi, mentre all’ospedale di Catanzaro nulla di tutto ciò. L’innovazione - ha sostenuto ancora il commissario alla sanità calabrese - non si fa con proclami ma con persone nuove e con il cambiamento: chi non cambia non migliora”.
Scura ha poi ribadito: “L’integrazione tra ospedale “Pugliese” e azienda universitaria “Mater Domini” è la soluzione, non ci sono altre soluzioni. Tutto il tempo finora trascorso, troppo tempo, ha fatto sì che per la Regione siano stati buttati via milioni e milioni di euro senza realizzare servizi adeguati di eccellenza, che in parte ci sono ma vanno incrementati. Quanto alla tempistica dell’integrazione, l’aspetto giuridico - ha rilevato il commissario - dipende anche dalla Regione: se la Regione è d’accordo si fa subito. Poi, una volta stabilito il perimetro in cui ci si muove, si può avviare la fase di attuazione di quello che si scrive”.
Scura ha affrontato anche il tema del pronto soccorso di Catanzaro, che, ha detto, “è in parte legato all’integrazione ma in parte è a sé stante. E il vero problema non è che al pronto soccorso di Catanzaro arrivi troppa gente, perché il numero degli accessi è identico a quello di altre strutture come Lamezia o Crotone, ma è che ci sono limiti organizzativi e logistici che vanno affrontati seriamente, perché a esempio manca un’adeguata assistenza in medicina d’urgenza e quindi nei reparti, con la conseguenza che il pronto soccorso diventa in pratica un imbuto e per questo non funziona bene. Certo - ha concluso il commissario - è sbagliato pensare al pronto soccorso di Catanzaro come un ricettacolo di tutti: non è così”.
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