World Suicide Prevention Day. The impact and effects of the pandemic
Quotidiano Medicina 10/09/20
Siamo davanti ad un vulnus, una emergenza aggravata da un evento senza precedenti, la pandemia, il lockdown, il distanziamento, la inevitabile crisi delle relazioni sociali e la spinta verso il gesto estremo del suicidio. Paura del contagio, della malattia, della perdita del lavoro e delle relazioni sociali, sono cause che stanno portando ad un aumento della pressione psicologica e dei rischi di suicidio. Tra i giovani il suicidio è tra le principali cause di morte, specie tra i 25 ed i 29 anni dove rappresentano il 14% delle morti, mentre dopo i 70 anni sono meno dello 0,5% delle morti. L’80% dei 4mila morti annui per suicidio è costituito da uomini. Questa prevalenza di uomini costituisce un paradosso di genere, perché è tra le donne che si verifica il maggior numero di pensieri suicidi e di tentativi falliti.....Che tipo di relazione c’è tra virus, post-psico-traumi fino al suicidio?...Cos’è che fa più pressione? Cosa accade nella nostra psiche?....La fase di scampato pericolo, cioè dopo, sarebbe quella in cui la maggior parte dei disturbi si manifesta. Perché? Per il panico di un possibile ritorno o per una rielaborazione dei ricordi? ....Chi sono i più colpiti, quelli più a rischio?.....3 minori su 4 sono esposti alle conseguenze del trauma da Covid. Cos’è che, più di altro, impressiona i più giovani e come intervenire per attenuarne gli effetti?....Il nostro MinSalute doveva istituire l’Oestes, l’Osservatorio Epidemiologico sui Suicidi e Tentativi di Suicidio. Ma si procede con lentezza. Aiuterebbe?....(continua) (apri il video) Con dott. Giuseppe Cioffi, medico psichiatra, già Dirigente Asl Servizi Salute Mentale
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