Berco, al via il tavolo al ministero: 480 lavoratori a rischio licenziamento
Scarpa (Fiom-Cgil): "Vogliono far recuperare i costi sulle spalle dei lavoratori"
Cronaca (Roma). Sono una sassantina i lavoratori che oggi hanno protestato davanti al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per i 480 esuberi e una diminuzione dei salari che l'azienda Berco con sede a Ferrara, multinazionale del gruppo ThyssenKrupp, ha intenzione di portare avanti nei prossimi mesi per una ristrutturazione aziendale. In mattinata l'avvio del tavolo con rappresentanti dell'azienda e dei lavoratori per bloccare i licenziamenti e avviare una rilancio dell'azienda. "Vogliono far recuperare i costi sulle spalle dei lavoratori e utilizzando gli ammortizzatori sociali. Questa è condizione è inaccettabile. L'attuale crisi industriale italiana sono da vedersi in un quadro tutto europeo, le soluzione sono in ordine europeo per costruire strategie comuni per contrastare le politiche delle multinazionali". Così Loris Scarpa, coordinatore nazionale Fiom-Cgil. (Marco Vesperini/alanews)
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vaffanculo vaffanculo rivoluzionario Praticamente sono frutto dei nostri nonni nonni nonni diamo indietro sono le lotte che hanno fatto loro per conquistare quel poco di Salardi di praticamente di diritti che queste multinazionali adesso vogliono proprio come hanno fatto l'albergo della della Thyssen Krupp che è stracciato il contratto aziendale Berco è un industria metalmeccanica che produce parti per sotto di per movimento terra e la crisi non è attuale diciamo la crisi comincia da 2008 Quando c'è stata la prima la crisi finanziaria Noi praticamente ogni quattro anni siamo sotto sta sotto sedia che l'azienda per quanto dice di volere trattare per trovare una soluzione da la coppia sindacati di che non vogliono trattare perché inutile volete fare le trattative avendo 480 licenziamenti quindi una pistola puntata alla tempia così non si può trattare parli e si deve trovare una soluzione per andare avanti cercando un piano industriale di rilancio Ma nella nostra provincia è già un disastro andare avanti così vuol dire proprio spirito massacrarlo per tutto mi ha motivato licenziamenti l'azienda crisi economica spostamento dislocazione le motivati per i problemi geopolitici che tutti bene ci apriamo il costo delle materie prime d'energie e quindi come è successo anche il resto regardé c'ho lì vicino a noi è il motivo principale Sara di delocalizzare per andare a premiare su una che le prime solo che la soluzione Ultimamente è sempre tagliare il personale e ridurre lo stipendio ma non è così che si riesce un'azienda noi noi chiediamo che vengono ritirati alla procedura di la procedura mobilità perché la procedura in questione conta 480 esuberi servono 480 licenziamenti con altrettante famiglia dietro che rimangono in difficoltà quindi noi principalmente chiediamo quello e soprattutto anche il ripristino del contratto aziendale che è stato disdetto il primo di novembre quindi abbiamo ad oggi un un salario più rido più ridotto rispetto a quello che la prima dal 2013 proprio lì è stata la disfatta Cioè li hanno proprio deciso perché ciò che pensiamo è che loro si vogliono togliere voglio nessuno voglio andare dall'Italia Ecco perché con la crisi del 2007 con l'azienda di Torino in cui sono morti quelli da 7 persone da lì Noi abbiamo capito che c'è un disinteresse da parte attrice in Italia dove vogliono fare recuperare i costi sulle spalle dei Lavoratori Cioè questo che stanno facendo e dunque la riduzione dei costi loro fanno lasciando a casa le persone utilizzando le moto sociale questa condizione che è assolutamente inaccettabile abbiamo bisogno di ragionare di prospettiva del futuro non queste ultime settimane troviamo una reale chiusura volevo discutere seriamente della questione ci ha fatto la procedura di mobilità quando noi abbiamo chiesto di poter discutere in sede ministeriale la situazione del gruppo attuale crisi industriale italiana che si trascina da tempo e qui nodi stanno venendo al pettine sono da vedersi in un quadro tutto europeo assolutamente perché ci sono normative che sono di ordine europeo ma soprattutto ci sono anche le soluzioni in ordine europeo ne abbiamo detto più volte dall'acciaio l'automobile si devono costruire delle strategie comuni perché in questo momento la cosa che stiamo notando Eva per le politiche delle multinazionali che sono disposte stabilimenti per auto conservarsi per cui nulla a che vedere con lo sviluppo dei territori e dei paesi in cui ci sono
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