“Su 18 milioni di dipendenti in Italia, quasi un terzo passerà metà dell’orario di lavoro fuori dall’azienda. Questa novità sarà uno straordinario motore di cambiamento dell’organizzazione del lavoro e dei territori, in particolare delle aree urbane e dei loro dintorni.” Lo sostiene l’Ossservatorio sullo smartworking del Politecnico di Milano. Per questo, anche nella provincia più profonda e perché no, in campagna e nei piccoli comuni, cresce l’attenzione in questo settore, visto anche come possibilità di territori marginali rispetto alle aree metropolitane di rivalutarsi. Vanno in questa direzione alcuni progetti già avviati in alcuni centri dell’Oltrepò come Broni con il suo giardino urbano e altri che dovrebbero vedere la luce nei prossimi mesi. Accade a Bressana, dove il comune pensa a spazi di coworking, luoghi di lavoro condivisi, in questo caso all’aperto in una simbiosi tra natura e tecnologia, ma anche a Voghera. Qui il comune è a caccia di spazi dismessi nel centro storico da destinare al lavoro smart e si pensa anche ad incentivi in accordo con Asm per favorire il reimpiego di questi luoghi, come per esempio uffici o negozi sfitti. Tra questi, secondo quanto si apprende, si pensa all’aliquota agevolata sull’Imu, la riduzione sulla parte variabile della tassa sui rifiuti, l’esenzione dalle spese di allacciamento delle nuove utenze, contratti e ticket parcheggio a tariffe agevolate. Alla delibera appena approvata - spiega il comune - “seguirà presto un bando”.
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