Gian Carlo Caselli, uno dei magistrati più scomodi d'Italia, ripercorre nel suo ultimo libro "Nient’altro che la verità” le tappe fondamentali, i valori, gli amici e i nemici che hanno segnato la sua avventura umana e professionale. Caselli lo ha presentato alla Casa della Memoria di Milano in un incontro moderato dal giornalista del Fatto Quotidiano Mario Portanova, organizzato dalle associazioni Saveria Antiochia Osservatorio antimafia (SAO) e dall’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo (AIVITER). Presenti come relatori anche Filippo Del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano, Roberto Della Rocca, presidente dell'AIVITER, Alessandra Galli, consigliere di Corte d'Appello di Milano, Jole Garuti, Direttrice del Centro Studi SAO, Antonio Iosa, presidente della fondazione Carlo Perini. Il viaggio nei ricordi diventa occasione per una riflessione sull’attualità del nostro Paese, sugli intrecci fra mafia, economia e politica. Dalla capacità delle agromafie di infiltrarsi nel tessuto produttivo del Paese, al recente progetto di legge lombardo su una autorità anticorruzione regionale (Arac) – di recente bocciato da Raffaele Cantone - dal ruolo dei magistrati in politica alla eventualità di una candidatura di Gherardo Colombo a sindaco di Milano.
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