Insegnanti e studenti insieme per la manifestazione, a carattere nazionale, che i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, hanno indetto contro la riforma della "Buona scuola" proposta dal governo Renzi. In centinaia si sono riversati per le strade di Taranto questa mattina, per opporsi ad un disegno di legge ritenuto «inemendabile».
Questa mattina, martedì 5 maggio, anche a Taranto come in altre città d'Italia il mondo della scuola ha scioperato e manifestato contro il disegno di legge di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione ("La Buona Scuola"), con cui il Governo Renzi, «vuoel imporre un modello di scuola opposto alla scuola inclusiva, democrtatica e partecipata».
Il disegno di legge, approvato lo scorso 12 marzo, dal Consiglio dei Ministri consente infatti di realizzare l’autonomia scolastica, assegnando maggiori strumenti ai presidi per gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. I dirigenti scolastici infatti potranno scegliere l'organico individuando i nuovi docenti che ritengono più adatti per realizzare i Piani dell’offerta formativa all’interno di appositi albi territoriali costituiti dagli Uffici Scolastici Regionali. Preoccupa anche la chiamata diretta del preside, che sceglierà il personale senza alcun rispetto per migliaia di aspiranti docenti in graduatoria da anni. Inoltre, è previsto un Piano straordinario di assunzioni per il 2015/2016, poi si tornerà ad assumere solo per concorso. La riforma prevede ancora l'introduzione di una Carta per l’aggiornamento e la formazione dei docenti,obbligatoria, un voucher di 500 euro da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. Viene istituito poi il bonus annuale delle eccellenze destinato ai docenti. Ogni anno il dirigente scolastico, sentito il Consiglio di Istituto, assegnerà il bonus al 5% dei suoi insegnanti per premiare chi si impegna di più. Peseranno la qualità dell’insegnamento, la capacità di utilizzare metodi didattici innovativi, il contributo dato al miglioramento complessivo della scuola. Sono queste le novità contenute nella riforma e che docenti e sindacati bocciano. Per tali ragioni, dopo una serie di iniziative e manifestazioni sul territorio, l'ultima in ordine di tempo è stato il flash mob in Piazza Maria Immacolata, il mondo della scuola è scesa in piazza e ha alzato la voce.
«Questo disegno di legge è inaccettabile, perché il ruolo degli insegnanti viene demandato al Governo. La libertà d'insegnamento è invece fondamentale per individuare le più adeguate metodologie di classe. - dichiara una professoressa dell'Istituto Cabrini- Manca poi un riferimento ai finanziamenti per consentire, anche da un punto di vista strutturale, di riqualificare gli istituti. A Taranto siamo ancor più svantaggiati se pensiamo allo storico Palazzo del liceo Archita, o il “Ferraris” che non ha più una sede».
I docenti degli istituti superiori di Taranto e provincia hanno marciato per l'intera mattinata per le vie del centro, per difendere la scuola pubblica. «Il Governo, che cerca di distruggere la scuola, vada a casa. -riferisce un professore del Liside- Noi oggi siamo in piazza per invitare il premier Renzi e la ministra Giannini a dimettersi. Questo è solo l'inizio della lotta, se la nostra protesta rimarrà inascoltata saremo pronti, nel rispetto della legge, a bloccare scrutini ed esami».
Al fianco degli insegnanti, anche gli studenti. «Diciano no all'ennesimo decreto che non si discosta affatto dalle linee guida dei governi precedenti. - questo il commento di Francesco Caroli in rappresentanza del “Pacinotti”- Invece di far ripartire il paese puntando sulla formazione e la cultura, in Italia si tenta di distruggere e peggiorare ulteriormente la scuola. Questa per noi non è la Buona Scuola, noi questa riforma non la vogliamo».
Emanuela Perrone per
Cronache Tarantine
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