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La sclerodermia, malattia autoimmune che ha come conseguenze una progressiva atrofia dei tessuti, porta nel tempo a dei processi a carico della bocca che rendono difficoltoso il movimento dell'apertura, del bere, come pure effettuare cure odontoiatriche. Un altro problema estremamente severo è quello della formazione di ulcere cutanee conseguenti a problemi vascolari. In entrambe le situazioni non esistono purtroppo cure in grado di far regredire il danno ma da qualche tempo è possibile ricorrere all'utilizzo di cellule staminali autologhe (quindi dello stesso paziente) estratte dal grasso prelevato in altre parte del corpo e poi, dopo essere stato centrifugato per ottenere una alta concentrazione di cellule, iniettato nuovamente intorno alla bocca o nelle ferite per aiutare il processo di rigenerazione. E per comprendere meglio i passaggi di questa nuova tecnica abbiamo incontrato il Prof. Alessio Caggiati, Direttore dell'Unità di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell'IDI, Istituto Dermopatico dell'Immacolata di Roma che ci ha spiegato come i risultati siano molto promettenti e dopo la prima applicazione si ha un miglioramento della funzionalità della bocca di circa 10%. La chirurgia rigenerativa - che punta a facilitare l'autoriparazione dei tessuti grazie alle cellule staminali appunto - offre dunque opportunità importanti a pazienti che possono così vedere migliorata non solo la funzionalità ma anche la qualità di vita. L'intervento si esegue in sedazione profonda in Day Hospital e può essere ripetuto nel tempo (a circa tre mesi di distanza dall'intervento precedente) per far sì che i benefici siano i massimi possibile.
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