Londra (askanews) - La Chiesa anglicana dice sì ai vescovi donna. Il voto favorevole del sinodo generale, organo esecutivo della Chiesa anglicana, ha messo fine a mezzo secolo di divisioni e discussioni sul ruolo delle donne, ribaltando l'orientamento del 2012, in cui prevalsero le ragioni dei conservatori, anche grazie all'azione diplomatica del nuovo Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby da sempre favorevole al cambiamento. La prima donna-vescovo potrebbe esserci già a fine 2014.
"È un sollievo - spiega il cappellano Sally Hitchner - dà un gran senso di completezza che non avevamo prima, specie dopo il voto sfavorevole del 2012 che per noi fu molto triste. Penso che ci saranno grandi festeggiamenti in tutta la Chiesa d'Inghilterra".
In Gran Bretagna sin dal 1992 le donne possono fare il pastore ma fino ad oggi non potevano ricoprire alte cariche religiose. Per i conservatori, solo gli uomini potevano essere preti e vescovi come rappresentanti di Gesù.
La decisione del 14 luglio, invece, ribalta questa tradizione assumendo un valore di portata storica.
"Sarà un incoraggiamento per quei Paesi che stanno cercando di ottenere lo stesso risultato - ha continuato il cappellano Hitchner - farà anche discutere, certo, soprattutto in posti come l'Africa Sub-sahariana dove si potrebbe dire che questa decisione va contro la Bibbia".
Per essere definitiva, in ogni caso, la decisione del Sinodo dovrà essere discussa in Parlamento, approvata dalla regina Elisabetta II e infine tornare al Sinodo a novembre per l'approvazione formale.
La Chiesa d'Inghilterra è la più importante e la "madre" della altre comunità anglicane nel mondo, che contano 80 milioni di fedeli in 165 Paesi: in alcuni, come Stati Uniti e Australia, ci sono già dei vescovi donna.
(Immagini Afp)
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