ROMA - «Centinaia di migliaia, forse di più» esulta dal palco alla fine Giorgio Cremaschi. Una manifestazione affollatissima e pacifica. Mentre in piazza San Giovanni è già arrivata da tempo la testa del corteo della Fiom partito da piazza della Repubblica, Via Giolitti, via Gioberti, piazza Santa Maria Maggiore e via Merulana erano ancora piene dei manifestanti che hanno aderito al corteo di protesta indetto dalla Fiom. La Fiom non ha voluto fino alla fine dare i numeri. «Contateci voi» dice il segretario generale Maurizio Landini, «ma non siamo mai stati così tanti come Fiom. E' una piazza che unisce, con uan partecipazione che non ha precedenti». Sabato 16 ottobre: è il giorno della grande manifestazione dei metalmeccanici «Sì ai diritti, no ai ricatti», lo slogan.
Le prime file dei manifestanti arrivati a san Giovanni espongono la scritta «Democrazia e Legalità» formata da un pannello per ciascuna delle lettere. In piazza non solo le tute blu dei metalmeccanici ma anche rappresentanze di studenti, precari, del Popolo Viola e di altre associazioni impegnate nella lotta per i diritti civili. Le previsioni dicevano centomila. Ma gli organizzatori sono sicuri che in piazza a far sentire la propria voce con cori, striscioni, cartelli siano molti di più. Sono arrivati nella Capitale 7 treni speciali e 700 pullman. La manifestazione si è snodata in due diversi cortei: uno con partenza alle 13.30 da piazzale Partigiani (Piramide Cestia), l'altro con partenza da piazza della Repubblica, entrambi convergenti su piazza San Giovanni.
Tute blu e piazze rosse, di bandiere e striscioni, nei due cortei. Quello partito da piazza della Repubblica ha evitato via Cavour, dove si trova la sede della Cisl, come concordato in precedenza da organizzatori e questura. «Democrazia» e «diritti», scritto a caratteri cubitali su diversi pannelli, ognuno dei quali contiene una lettera in rosso. Tante le bandiere della sigla sindacale dei metalmeccanici, Cgil e Rifondazione comunista. Alla partenza del corteo da piazzale Partigiani è stato acceso un fumogeno di color rosso ed è stato sparato un petardo. Tra i cartelli esposti dagli operai anche qualcuno contro la Cisl e il suo segretario: in uno Raffaele Bonanni viene raffigurato con sotto la scritta «infame maggiordomo», mentre in un altro è disegnato un operaio con la tessera della Cisl definita «il sindacato dei paraculi». Moltissimo gli studenti, famiglie anche bambini, immigrati, pensionati, precari.
In piazza anche Nicki Vendola, Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto, Sergio Cofferati, Antonio Di Pietro, Ignazio Marino, Fassina, Orfini.
A fianco delle tute blu sono sfilati anche gli studenti e le associazioni di precari della scuola per «riaffermare il lavoro, i diritti e la democrazia sostenendo attivamente i metalmeccanici nella loro lotta, che è anche la nostra e quella di tutti i lavoratori: sappiamo bene che la riduzione progressiva dei diritti dei lavoratori non permette di tutelare il lavoro, ma rappresenta sempre l'anticamera del licenziamento». La manifestazione è stata sostenuta da una ventina di associazioni e comitati, molti dei quali facenti capo al Cps, dal sindacato Usi-Ait e da diverse sigle studentesche tra cui Udu, Link, Uds, Rete e Federazione degli studenti. In piazza tra gli altri anche Italia dei Valori, Verdi, Popolo Viola, Emergency, gli operai di Termini Imerese e i tre riassunti di Pomigliano.
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