Gli uomini valevano cinquemila lire, le donne tremila e i ragazzini 1500, ma Emma Di Porto, come racconta la pronipote Micaela Pavoncello, «fu venduta a 400 lire, a prezzi ribassati, perché a 55 anni era già anziana, non abile al lavoro». A ricordarla una pietra d’inciampo bella lucida, messa nei giorni scorsi alla Garbatella.
Altra vita scorre oggi nella palazzina in cui viveva Emma Di Porto, di religione ebraica, nata a Roma il 25 marzo del 1889 e sposata con Sabato Mosè Pavoncello da cui ebbe otto figli. Per la Giornata della #Memoria ha avuto il suo riconoscimento accanto ad altre decine di #ebrei, cattolici, partigiani, carabinieri, poliziotti, rom, disabili che hanno trovato la morte nei campi di concentramento. Ogni anno, grazie all'associazione culturale arteinmemoria, che ha portato in Italia l'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig, si aggiungono altri nomi e altre storie.
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Le voci della memoria, le pietre raccontano
Servizio di Francesca Nunberg e Laura Larcan
Video e montaggio Francesco Toiati e Paolo Pirrocco
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