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Che cos'è il tempo?Come lo percepiamo?E' reale o un'illusione? S.Agostino al proposito si era espresso in questo modo :"Se nessuno me lo domanda, lo so.Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda non lo so più".Nel percorso intellettuale che lo ha contraddistinto, l'uomo ha tentato di comprendere l'essenza profonda del tempo, di dare una definizione compiuta a ciò che per sua natura è aleatorio ed immateriale.A partire dal periodo paleolitico attraverso l'arte rupestre, proseguendo con i testi Veda di filosofia indiana ed induista del secondo millennio a.C., la filosofia greca di Parmenide, Aristotele Eraclito, Zenone e Plotino, le religioni abramitiche e buddiste per arrivare ai più contemporanei Newton, Kant, Leibniz, Leplace, Bergson, innumerevoli filosofi, fisici e matematici hanno discettato e speculato su questo affascinante argomento.Sappiamo che Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e misura il trascorrere degli eventi.Sono evidenti le implicazioni che in ambito antropologico e sociologico questo concetto possa rivestire nell'organizzazione delle regole sociali ed economiche che ordinano e strutturano la nostra quotidianità.Il moto apparente del sole attraverso il cielo, le fasi della luna, l'oscillazione di un pendolo, il battito di un cuore: tutto ciò con cui ci relazioniamo fa prendere coscienza dello scorrere continuo del flusso temporale.Ma come lo misuriamo?Attualmente, l'unità internazionale di tempo, il secondo, è definito in termini di radiazione emessa da atomi di cesio.Per la precisione è la durata di 9192631770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra i due livelli iperfini dello stato fondamentale del cesio 133.A volte però la percezione che abbiamo di un evento non corrisponde con la sua misurazione oggettiva.Il tempo dunque esiste o si tratta semplicemente di un'illusione della nostra mente creata dalla stessa evoluzione biologica e culturale?Forse i nostri sensi ci ingannanno dilatando o comprimendo le esperienze che stiamo vivendo in base a variabili endogene ed esogene.Immaginiamo ora di poter violare la legge di causalità spostandoci nel continuum spazio-tempo con un'ipotetica e futuristica macchina.La teoria della relatività ci fornisce lo spunto per approfondire il discorso.Per viaggio nel tempo si indica lo spostamento tra diversi periodi temporali, sia nel passato che nel futuro.Esistono due parametri nell'universo che possono teoricamente rendere possibile questa ipotesi: la velocità e la forza gravitazionale.Potendo accelerare un corpo a velocità prossime a quella della luce (299 792,458 km/s) si otterrebbe una dilatazione temporale per realizzare spostamenti nel futuro.L'infinita gravità prodotta da un buco nero, generando un cunicolo (wormhole) nel tessuto spazio-tempo, potrebbe invece essere teoricamente utilizzata per un salto in una diversa regione cosmica più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale.Sia la prima che la seconda ipotesi allo stato attuale purtroppo risultano irrealizzabili.L'energia necessaria per spingere un corpo dotato di massa a velocità luce non è producibile dall'odierna tecnologia anche perchè la massa cresce esponenzialmente se accelerata.Quanto al buco nero se l'ipotetico crononauta si spingesse oltre il punto di non ritorno detto orizzonte degli eventi, la sua sorte sarebbe irrimediabilmente segnata.Il Big Bang ha segnato l'inizio del tempo che ,Ovidio dixit, scorre irreparabile: nell'universo da allora in costante accelerazione percorriamo quotidianamente il nostro "relativo" viaggio nel tempo.
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