R. Drigo, I MILIONI DI ARLECCHINO, "Serenata"
LUCIO LUPOLI, tenore
(Home Studio Recording, aprile 2024)
Riccardo Eugenio Drigo (Padova, 30 giugno 1846 – Padova, 1º ottobre 1930) trascorse la maggior parte della sua vita a San Pietroburgo, collaborando con il Balletto e l'Opera Imperiale, per cui compose lavori originali e revival del grande coreografo Marius Petipa. Durante la sua carriera, il musicista diresse quasi ogni allestimento di balletto e opera realizzato sul palcoscenico zarista e fu considerato uno dei più grandi direttori d’orchestra europei del tempo. Tra le partiture originali per il balletto si ricordano “Il talismano” (Petipa, 1889), “Il flauto magico” (Lev Ivanov, 1893), “Il risveglio di Flora” (Petipa, 1894) e soprattutto “I milioni di Arlecchino” o “Harlequinade” (Petipa, 1900), da cui sono stati spesso estratti pezzi famosi di repertorio, come “Valse Bluette” e “Serenade. Di quest’ultimo brano, accanto alle molteplici versioni strumentali, esistono alcune celebri rielaborazioni per canto curate da diversi poeti (fra i quali E.A. Mario e Mario Lago) e variamente intitolate (“Serenata”, “Notturno d’amore”, “I milioni di Arlecchino”,…). Nelle sue “Memorie”, dettate a Denis Leškov nei giorni drammatici precedenti l’abbandono della Russia, così Drigo si espresse a proposito de “I milioni di Arlecchino”: “…nel 1899 Petipa creò un bel libretto per un nuovo balletto destinato al Teatro dell’Ermitage. Il soggetto dell’Arlecchinata, basato su episodi tratti dal puro carnevale italiano, era vicino al mio cuore e mi ispirò immediatamente. […] Nel periodo di elaborazione dell’Arlecchinata facevo tutti i giorni una passeggiata lungo la Neva, e riposavo sulle panchine di pietra che stavano sull’argine opposto rispetto ai Giardini Estivi. Fu lì che pensai per la prima volta alla Serenata, con l’accompagnamento di un mandolino, e là concepii del tutto a mente la musica, ritornando a casa per scriverla quasi senza correzioni. Allora, ovviamente, ero ben lontano dall’immaginare il successo che più tardi avrebbe avuto la pièce, che divenne popolare anche suonata da un organetto di Barberia. L’Arlecchinata fu finita e orchestrata nel gennaio del 1900, e per la prima volta rappresentata al Teatro dell’Ermitage il 10 febbraio dello stesso anno, con M[atil’da] F[eliksovna] Kšesinskaja nella parte di Colombina. Il balletto godette del successo più grande fra tutti i miei lavori, e piacque talmente all’imperatrice Aleksandra Fëdorovna, che, su consiglio dei miei amici, dedicai la composizione a lei quando la pubblicai”.
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