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Ciao sono Enrica Barel, attrice ed insegnante di lettura, dizione, recitazione e coach di comunicazione.
In questo video interpreto il monologo Novecento di Alessandro Baricco. Buon ascolto!
"Tutta quella città… non se ne vedeva la fine. La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine? E il rumore. Su quella maledettissima scaletta… era molto bello, tutto. E io ero grande con quel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi che sarei sceso, non c’era problema.
Primo scalino, secondo scalino, terzo scalino, quarto scalino. Non è quel che vidi che mi fermò. E’ Quel che non vidi. Puoi capirlo? È quel che non vidi… in tutta quella sterminata città c’era tutto tranne la fine. C'era tutto ma non c'era una fine. Quel che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinta. Loro sono 88. Questo a me piace. Questo lo si può vivere.
Me se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti. Milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai e questa è la vera verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita. Ma se quella tastiera è infinita, allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio.
Cristo, ma le vedete le strade? Anche soltanto le strade! Ce n’era a migliaia! Come fate voi altri a sceglierne una? A scegliere una donna, una casa, una terra che sia vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n’è. Ma non avete voi paura voi soltanto a pensarla quell’enormità… solo a pensarla? A viverla…
Io ci sono nato su questa nave. E vedi qui il mondo passava, ma non più di duemila persone per volta. E di desideri ce n’erano, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita. Io ho imparato a vivere in questo modo.
La terra, è una nave troppo grande per me. È una donna troppo bella. È un viaggio troppo lungo. È una musica che non so suonare. Perdonatemi amico mio. Ma io non scenderò..."
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A presto, ciao!
#EnricaBarel #Interpretazione #MonologoNovecento
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Interpretazione monologo Novecento di Alessandro Baricco
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