La XII Edizione di BALLO!, il concerto del M° Ambrogio Sparagna in Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma è stato il concerto della svolta.
Finalmente, dopo quasi due anni di assenza, Sparagna torna sul palco “in presenza”, se pur nel pieno rispetto delle limitazioni imposte dai vari DPCM in materia di contenimento della pandemia da Sars-Cov-2.
Potremmo definirlo il concerto della rinascita, della voglia di fare, ed assaporare, live, della buona musica, o come la definisce Ambrogio “musica non di plastica”.
Solitamente, con BALLO!, Sparagna apre la stagione estiva dei concerti in Cavea ma, quest’anno, contrariamente al solito, la chiude quasi a significare che, forse, ci stiamo lasciando alle spalle la brutta stagione delle restrizioni e dell’isolamento per tornare, finalmente, a vivere insieme, a fare comunità o, rifacendomi al suo intenso progetto, in omaggio al settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.
Il concerto è stato aperto da due brani interpretati da Stefano, ospite dell’Opera Don Guanella di Roma, dove Ambrogio ha portato la sua musica per coinvolgere gli ospiti della struttura; brani, entrambi, davvero molto apprezzati dal folto pubblico, che, come detto sopra, nonostante il rispetto del distanziamento sociale, ha completamente riempito i posti disponibili nei vasti spazi della Cavea.
Il prosieguo del concerto è stato tutto all’insegna della voglia di “tornare a vivere”; musica, canti e balli, che sono stati un’esplosione di gioia incontenibile, una sorta di liberazione dall’incubo in cui ci ha precipitato, e relegato, il Covid.
Ed ecco allora che risuonano, ed esplodono con tutta la loro energia, le note ritmate, e sincopate, delle Tarante, delle Tammurriate, delle Pizziche accompagnate dalle coreografie originali create dalla sempre vulcanica Francesca Trenta per il suo Corpo di Ballo composto, per l’occasione da: Francesca Cugini, Lavinia Ottolini, Massimina Serafini, Fabiola Barbierato, Silvia D'Afflisio, Silvia Cesaroni, Anna Candeliere , Laura Esposito, Mattia Carlucci, Miriam Tocca, Simona Danieli, Carlo Pisanò e con la partecipazione di Stefano Campagna ed Andrea De Siena.
Francesca Trenta, in questa occasione, ha voluto dedicare le danze a due componenti: la prima, Silvia De Propis, che tragicamente, recentemente, e prematuramente, è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari e di tutto il Corpo di Ballo, la seconda, Simona, che essendo incinta, al settimo mese, non è, pur fortemente volendolo, potuta salire sul palco a danzare assieme a tutte loro.
Le voci soliste, ad iniziare da quella di Ambrogio, quella soave di Clara Graziano, quella di Raffaello Simeoni che con la sua bellezza e potenza che travolge ed ammalia il pubblico per arrivare a quella penetrante di Francesca Trenta sono state le vocalità disseminate tra i brani strumentali quasi per concedere al pubblico il tempo di riprendere fiato, tra un brano e l’altro, dopo essere stato “investito” dalle emozioni create dai solisti dell’Orchestra Popolare Italiana (OPI) che sono: Clara Graziano all’Organetto, Erasmo Treglia con la Ghironda, il Violino a Tromba e tutta una pletora di altri strumenti popolari, Alessia Salvucci ai Tamburelli, Ottavio Saviano alle Percussioni, Diego Micheli al Basso, Cristiano Califano alla Chitarra, Raffaello Simeoni con i suoi Fiati Popolari e Marco Iamele alla Zampogna ed alla Ciaramella.
Evento nell’evento, il conferimento a Luca Barbarossa del Premio Gabriella Ferri 2021, promosso dalla Fondazione Musica per Roma e dalla famiglia dell’indimenticabile artista romana, con la seguente motivazione: “Per il suo originale lavoro compositivo che trova fondamento e ispirazione nei motivi della grande tradizione del canto popolare romano. Sin dall'inizio della sua lunga esperienza musicale, Luca Barbarossa ha costruito il suo percorso artistico ispirandosi alla grande tradizione della musica popolare romana riportandola con successo al centro della scena cantautorale nazionale. Come Gabriella Ferri, Barbarossa “canta con er fiato der core”, come recita l'antico detto popolare romano, cercando dentro sé stesso, nel proprio animo profondo, la chiave di ogni sua interpretazione”
Luca Barbarossa, visibilmente commosso per il conferimento del premio, ha dichiarato: “Porto Gabriella Ferri nel cuore da quando ero un ragazzino. Artista unica e fondamentale. Grazie”.....
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Michela Cossidente
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