Roma, (askanews) - L'Islam è in Francia e ci deve restare, parola di Manuel Valls. Il primo ministro francese a Parigi davanti ai rappresentanti della comunità musulmana ha lanciato un appello però a una "lotta delle coscienze" per far conoscere la realtà della religione islamica in Francia, sottolineando che suscita curiosità, interesse ma anche inquietudini. Tutte cose ha detto Valls che non si possono ignorare, pena il rischio che siano sfruttate politicamente.
Più di millecinquecento francesi, ha ricordato Valls, sono partiti per la Siria con l'intenzione di combattere sotto la bandiera dell'Isis, l'intenzione di colpire la Francia cioé il loro paese: "Bisogna dirlo, e con grande forza, ha sottolineato Valls, tutto questo non è l'Islam".
Oltre 120 persone, fra responsabili di federazione, imam, rettori di moschee, teologi e personalità della società civile si sono riunite al ministero dell'Interno a Parigi per questa prima sessione di dialogo interculturale, un forum di scambio che dovrebbe tenersi una o due volte l'anno.
L'islam è la seconda religione in Francia, circa l'8 per cento della popolazione. Il forum di dialogo è stato istituito in risposta ai timori che serpeggiano nel paese in particolare dopo l'attentato alla redazione del settimanale Charlie Hebdo che in gennaio ha ucciso 12 persone.
Dali Boubaker, presidente del Consiglio francese del culto musulmano, ha ricordato che "su sei milioni di musulmani francesi, sono stati 5 giovani criminali a far paura alla Francia. Vuol dire allora", insiste, "che ognuno di noi è un jihadista?"
La paura dell'islam estremista è uno dei temi utilizzati in Francia dalla destra del Fronte Nazionale guidato da Marine Le Pen.
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