Romas (askanews) - Il tema del gigantesco debito pubblico italiano è passato in secondo piano, ed è un rischio, perchè la fase di bassi tassi d'interesse a livello internazionale non durerà in eterno. Ma il ridimensionamento del debito tricolore non richiede scelte drastiche, basterà tenere sotto controllo la spesa pubblica mantenere il processo di revisione qualitativa, anche quando la ripresa accelererà.
E' la tesi di Carlo Cottarelli, direttore esecutivo italiano al Fondo Monetario Internazionale, che in un'intervista ad Askanews anticipa i temi del suo prossimo libro, dedicato al debito pubblico, e sottolinea che "non servono politiche di austerità selvaggia, però un pochino di attenzione sempre per la spesa è necessario". Secondo l'economista "I tassi non rimarranno bassi per sempre: finchè noi abbiamo un debito pubblico pari al 133% del Pil, uno dei livelli più alti al mondo, e uno dei livelli più alti raggiunti nella storia d'Italia dal rapporto tra debito pubblico e Pil, noi rimaniamo esposti al rischio che i mercati cambino opinione sul debito pubblico italiano, che i tassi d'interesse aumentino. Abbiamo visto cosa è successo nel 2011 e nel 2012 quando i mercati hanno cambiato opinione sul futuro della finanza pubblica italiana: è una situazione molto pericolosa".
Secondo Cottarelli: "Se il processo di crescita riparte la cosa essenziale sarà la revisione della spesa. E mantenere la spesa costante in termini reali per 2 o 3 anni. Costante in termini reali vuol dire che non c'è bisogno di tagliare i servizi che vengono erogati alla popolazione".
Cottarelli definisce "potenzialmente estremamente importante" la parte della riforma della Pubblica Amministrazione relativa al taglio delle partecipate pubbliche: "E'un processo abbastanza complicatop perchè ci sono più di diecimila partecipate: Ce ne sono di buone, di cattive, che devono essere chiuse, altre devono essere fuse. Credo sia necessario seguire molto da vicino come viene implementata questa riforma che potenzialmente è estremamente importante".
Il rappresentantte italiano al Fmi segnala l'elemento positivo costituito dalla conferma delle previsioni di crescita per l'Italia da parte dell'istituzione di Washington. Ma il nodo delle sofferenze bancarie va risolto, proprio per stimolare ulteriormente l'espansione del Pil tricolore: "La presenza di un livello elevato di sofferenze nei bilanci delle banche comporta che le banche stesse saranno molto più prudenti a erogare credito. Senza il credito diventa più difficile crescere, quindi diventa necessario risolvere questo problema non tanto perchè ci sia un'emergenza ma perchè se l'Italia vuole crescere nei prossimi anni a un ritmo adeguato è necessario che riceva sufficiente credito dalle banche".
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